Non si ferma la follia distruttiva del Califfato, rasa al suolo anche Hatra

La furia iconoclasta dell’Isis non si placa. A poche ore di distanza dalla demolizione delle rovine dell’antica capitale assira Nimrud, il Califfato ha cominciato a distruggere anche i resti di Hatra, antica città irachena a 100 chilometri a Sud di Mosul. Lo ha dichiarato Said Mamuzini, un dirigente del Partito democratico del Kurdistan, in una intervista sul sito Rudaw. Secondo Mamuzini, prima di cominciare a picconare i resti di Hatra, i jihadisti hanno asportato le monete d’oro e d’argento che erano custodite presso il museo locale.

Hatra venne fondata dalla dinastia seleucide durante il III secolo a.C. e divenne un importante centro commerciale e religioso dell’impero dei Parti. La città è nota nel mondo per la sua quantità di opere architettoniche consacrate a divinità di diverse religioni. Sono infatti presenti templi dedicati a Nergal (Mitologia sumera e accadica), Ermes (mitologia greca), Atargatis (divinità Siro-aramea), Allat e Shamiyyah (Arabia) e Šamaš (il dio sole sumero). Per questa sua unicità, Hatra è stata nominata dall’Unesco “patrimonio dell’umanità”.

Solo venerdì scorso i miliziani dell’Isis avevano raso al suolo con una colonna di bulldozer il sito archeologico di Nimrud, vicino Mosul, occupata dal Califfato islamico di Abubakr al Baghdadi. Il ministero del Turismo e delle Antichità irachene aveva dato la notizia dello scempio con un post sulla sua pagina Facebook. “Quanto accaduto costituisce un crimine di guerra”, aveva denunciato in un comunicato la direttrice generale dell’Unesco, Irina Bokova, che aveva anche fatto “appello a tutti i responsabili politici e religiosi della regione a sollevarsi contro questa barbarie”. Un appello che finora nessuno ha raccolto permettendo così anche la distruzione di Hatra.