Moscovici lancia l'allarme populismo

Per Pierre Moscovici, Commissario europeo per gli Affari economici, in Europa c'è un allarme rosso chiamato populismo. E, in un messaggio destinato alle pagine del suo blog, fa nomi e cognomi di coloro che, a suo giudizio, rischiano di trasformare il Vecchio continente in una realtà lontana da quelli che erano gli obiettivi iniziali dopo che, solo poche ore fa, aveva definito l'Italia con l'aggettivo xenofoba: “L'Europa è a un bivio: se non facciamo niente, gli Orban, i Salvini, i Kaczyinski, i Le Pen disegneranno un'Europa dove la giustizia e la stampa saranno sotto controllo, gli stranieri stigmatizzati, le minoranze minacciate. Populisti per gli uni, nazionalisti per gli altri, tutti questi leader di estrema destra sono per me i nemici delle democrazie aperte e liberali che abbiamo costruito dal 1945 per garantire la pace”. Affermazioni pesanti che si inseriscono in un momento non certo di distensione fra Roma e Bruxelles, alimentato dal dibattito sempre vivo sui numeri della Manovra e sull'imminente legge di Bilancio dell'Ue.

“Salvini e Di Maio figli di disugaglianze”

Per Moscovici, l'Europa starebbe correndo per la prima volta il rischio di disgregarsi irrimediabilmente: “La sua esistenza è minacciata: può implodere o essere sovvertita da responsabili di estrema destra”. Durante un'intervista al quotidiano francese Le Monde, il Commissario ha rincarato la dose parlando delle imminenti elezioni europee, spiegando che “si ha la sensazione che a vincere siano sempre gli stessi, quelli del nord, e a perdere quelli del sud”. E parla dei leader politici italiani: “Matteo Salvini e Luigi Di Maio sono figli delle diseguaglianze e delle divergenze, il che non giustifica i loro eccessi. Nella zona euro bisogna ricostruire convergenza, abbiamo bisogno di uno strumento di politica economica dinamico e redistributivo”.

Populista vs popolare

Secondo l'ex ministro francese, la soluzione resta la formazione di “un blocco solido di forze di sinistra pro-europee e progressiste in Europa” poiché, spiega, “a un'Europa populista bisogna opporre un'Europa popolare, con più trasparenza democratica, in particolare, all'Eurogruppo: decidere del destino della Grecia a porte chiuse, lo dico, è uno scandalo democratico”. Alle affermazioni di Moscovici è arrivata a stretto giro la replica del premier italiano Giuseppe Conte, in visita ad Assisi in occasione delle celebrazioni di san Francesco d'Assisi, il quale ha “rispedito al mittente” le affermazioni del Commissario: “Abbiamo realizzato un piano di riforme razionali che ho definito coraggioso e ben strutturato. Non vedo l'ora di poter illustrare la Manovra agli altri colleghi leader e ai Commissari europei”.