Mondo arabo in rivolta contro le vignette di Charlie Hebdo

Dal Pakistan all’Algeria, dalla Giordania alla Siria non si è fermata la protesta del mondo arabo per le nuove vignette su Maometto pubblicate dalla rivista satirica francese Charlie Hebdo a una settimana dalla strage parigini in cui hanno perso la vita 12 persone.

La collera dei manifestanti è sfociata in violenti scontri, in particolare in Pakistan dove la polizia ha dovuto usare i lacrimogeni per fermare il corteo e per soccorrere i numerosi feriti, uno di questi il fotoreporter dell’agenzia France Press che ha riportato gravi lesioni. Il Parlamento di Islamabad aveva pronunciato il suo dissenso verso le nuove rappresentazioni del quotidiano satirico e il Senato Pakistano aveva chiesto al governo di portare la questione a Bruxelles per trattare l’argomento dell’islamofobia. Non sono mancati i politici a manifestare in piazza dove vige la pena di morte per blasfemia, tra cui il ministro per gli Affari religiosi che ha chiesto “a tutti i Paesi di condannare queste vignette”.

In Algeria il sit-in di protesta si è aperto con lo slogan “siamo tutti Maometto”, numerosi imam per rispondere alla provocazione francese nelle loro prediche hanno sottolineato i meriti e la gloria del profeta. Ad Amman un corteo è stato organizzato dai Fratelli Musulmani in cui si è pubblicamente condannato sia chi ha ucciso i giornalisti parigini, sia chi ha offeso Maometto. Durante il raduno le autorità locali hanno dovuto impedire a migliaia di partecipanti di raggiungere l’ambasciata francese.

Non meno violenti gli scontri per i ribelli scesi in piazza a Khartoum, in Sudan, dove i cori dei sunniti invocavano “Morte a Charlie Hebdo” e “Vogliamo le scuse della Francia”. L’università di al-Azhar del Cairo, principale autorità teologica dell’Islam, ha esortato “tutti i musulmani a ignorare le caricature pubblicate”, ma nelle manifestazioni che si svolgono ogni venerdì contro il governo di Abdel Fattah al-Sisi i manifestanti hanno inserito slogan per denunciare le vignette satiriche.

In Afghanistan dopo la preghiera in moschea un gruppo di dimostranti si è unita marciando tra le strada delle città e intonando canti contro la Francia, bruciandone le bandiere e inneggiando ai due attentatori: “Condanniamo con forza le vignette sul Profeta Maometto e lodiamo il mujahedin che ha condotto l’attacco al giornale francese” ha riferito l’imam Maulawi Salahuddin nel suo sermone quotidiano.

“Maometto è il nostro leader” e “possano le nostre vite essere sacrificate per maometto” sono gli slogan che hanno sfilato fuori la moschea di al-Aqsa a Gerusalemme Est. Simili proteste anche ad Aleppo nel nord ovest della Siria e in Turchia dove alcuni studenti islamisti si sono riuniti ad Ankara per manifestare contro il settimanale francese.