Lotta all’Isis, arriva la conferma: il “Califfo” al Baghdadi è fuggito in Siria

Abu Bakr al Baghdadi, capo supremo dell’Isis, si trova in Siria. Dopo mesi di voci sui suoi spostamenti arriva la conferma: il Califfo ha lasciato l’Iraq,  tagliando i suoi contatti con i “comandanti inesperti” che sono ancora a Mosul. A fornire l’indicazione della fuga in Siria di al Baghdadi è stato il generale dei servizi di sicurezza iracheni Abdolkarim Khalaf, riportato dall’agenzia iraniana Fars. Secondo quanto riferito dal generale iracheno, al Baghdadi sarebbe fuggito “con alcuni alti comandanti dell’Isis” dalla parte occidentale di Mosul verso i confini siriani. A completare il quadro dell’informazione, Khalaf ha detto che al Baghdadi ha lasciato Mosul qualche tempo fa e non ha più contatti con i comandanti che sono rimasti nella roccaforte irachena e che “sono per lo più inesperti”.

In ogni caso il generale non ha rivelato alcuna informazione circa la data esatta o la destinazione del viaggio segreto di al Baghdadi anche se, secondo le ultime informative, si troverebbe a Raqqa, la “capitale” dell’Isis in Siria. Numerose sono state negli ultimi mesi le segnalazioni dei movimenti del “Califfo” tra Iraq e Siria, dopo l’assedio delle forze irachene e dei loro alleati alla provincia di Ninive e in particolare alla città di Mosul. Fonti locali avevano anche riferito a gennaio scorso che al Baghdadi era rimasto ferito in un attacco delle forze aeree che erano riuscite a colpire il suo convoglio durante un trasferimento in territorio iracheno.

A metà novembre, poi, ai servizi di intelligence al Baghdadi risultava essersi nascosto tra la città di Tal Afar (54 km a Nord-Ovest di Mosul) e la città di al Baaj (157 km a Sud-Ovest di Mosul). Ma anche in quel caso nessuno è riuscito a individuare con precisione dove si trovasse. Secondo un’altra informativa, il 4 febbraio scorso Abu Bakr al Baghdadi sarebbe arrivato nella città siriana di Merkadeh, a Sud della provincia di Hasaka, per partecipare a un incontro “molto importante” dei leader del gruppo terroristico, presumibilmente per fare il punto della situazione dopo le ultime pesanti sconfitte subite dall’Isis. Una informativa che sembrava avvalorata dal fatto che nei due giorni precedenti, secondo indicazioni fornite da fonti locali, erano state notevolmente intensificate le misure di sicurezza, un apparato di protezione “senza precedenti” creato in tutta l’area.

La presenza di al Baghdadi in territorio siriano può rispondere anche all’esigenza di rimettere ordine tra le file del gruppo terroristico. Che l’Isis sia in difficoltà è dimostrato anche dal fatto che non si fida più dei comandanti siriani, sospettati di aiutare la popolazione, sostituiti con comandanti stranieri. Una sfiducia che ha portato anche all’esecuzione a Raqqa del comandante siriano responsabile della sicurezza dell’Isis, dopo essere stato arrestato con l’accusa di aver aiutato le persone a fuggire dai territori del califfato. Dopo questo episodio, il Daesh ha quindi provveduto a sostituire nei giorni scorsi i comandanti locali con componenti stranieri del gruppo. Così il marocchino Abu al Saraqib Maqrebi è stato nominato capo della sicurezza della città di al-Tabaqa, in sostituzione di un siriano arrestato con l’accusa di corruzione finanziaria; l’egiziano Abu Jandal al Mesri è stato nominato capo dei servizi segreti dell’Isis, in sostituzione del siriano Abu Ahmad al Souri; infine l’algerino Abu Mohammad al Jazrawi è diventato capo del monitoraggio sul campo, in sostituzione di un altro comandante siriano.