L'Onu rinnova Unifil

All'unanimità il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato il rinnovo della missione di pace in Libano (Unifil). Contestualmente gli Usa hanno chiesto ai caschi blu dell'Onu la “piena attuazione dell'embargo sulle armi” nel sud del Paese arabo.

Accuse a Hezbollah

Dopo il voto, il rappresentante diplomatico degli Stati Uniti, Rodney Hunter, ha accusato il movimento armato sciita libanese Hezbollah, non citato nel testo della risoluzione approvata nonostante le pressioni degli Stati Uniti, di avere “sviluppato con il sostegno dell'Iran un proprio arsenale in Libano, minacciando direttamente la pace lungo la Linea Blu (la frontiera di demarcazione tra Libano e Israele istituita dall'Onu) e la stabilità di tutto il Libano“. Secondo Hunter, a 12 anni dall'imposizione dell'embargo sulle armi in Libano, che esclude solo le forze governative e la missione di pace dell'Onu, “è inaccettabile che Hezbollah continui a violare il divieto, la sovranità del Libano e la volontà della maggioranza del popolo libanese“.

La missione

La missione Unifil è una forza d'interposizione delle Nazioni Unite schierata nel sud del Libano in seguito all'ultima guerra intercorsa con Israele. Dal 7 agosto, la missione, che conta su quasi 10 mila militari, è guidata dal generale italiano Stefano Del Col. Libano e Israele sono ancora tecnicamente in stato di guerra, mentre l'ultimo conflitto armato tra i due Paesi risale a 12 anni fa. Al momento inoltre, Beirut e Tel Aviv hanno una disputa irrisolta sul proprio confine marittimo per una zona di mare di circa 860 km quadrati che si estende lungo il bordo di tre dei cinque blocchi messi in palio per la ricerca di petrolio e gas al largo delle coste del Libano. Uno di questi blocchi, il 9, confina con le acque israeliane.