L'Onu: “Gerusalemme sia capitale di due Stati”

Gerusalemme deve essere capitale di due Stati“. L'inviato speciale dell'Onu in Medio Oriente, Nickola Mladenov ha ricordato le parole del segretario generale Antonio Guterres mentre nella Città Santa e in Cisgiordania proseguono gli scontri tra palestinesi e forze di sicurezza israeliane nel terzo “giorno della collera” proclamato da Hamas. 

Appello

“Esorto la comunità internazionale a onorare la sua responsabilità storica, aiutando Israele e Palestina a raggiungere questo obiettivo” ha proseguito Mladenov, dicendosi “molto preoccupato per il potenziale rischio di escalation”. La cosa più importante, ha spiegato, “è preservare la prospettiva della pace“, che si può raggiungere solo con “un dialogo costruttivo“. Non c'è, ha ribadito, “un piano B alla soluzione dei due Stati”. Di tutte le questioni sullo status nel conflitto israelo-palestinese “quello su Gerusalemme è forse il più difficile e complesso emotivamente“, ha precisato. “Per israeliani e palestinesi – ha continuato – Gerusalemme è e rimarrà sempre parte della propria identità“.

Scontri

Un giovane palestinese è, intanto. morto negli scontri con l'esercito israeliano nei pressi della linea di demarcazione con Gaza. Mahmoud al-Masri (30 anni), riferisce la Maan, spiegando “è stato ucciso dall'occupazione a est di Khan Younis”. Il ministero, secondo la stessa fonte, ha detto che sono stati trattati 250 feriti dai medici. In seguito era stata diffusa la notizia della morte di un altro palestinese, ma il ministero della Sanità a Gaza ha precisato che quest'ultimo è in realtà gravemente ferito. Durante il trasferimento in ospedale, l'uomo ha mostrato segni di vita ed è stato subito trasferito in sala operatoria in un tentativo estremo di salvarlo.

L'intifada continua

A tre giorni dal lancio dell'intifada è tornato a parlare Ismail Haniyeh, capo dell'ufficio politico di Hamas, affermando che “né Trump né alcun altro potrà cambiare la verità storica e geografica e la identità della Città Santa. Sogna chi pensa che tutto si esaurirà con le manifestazioni”. L'intifadam che Haniyeh ha definito “santa”, “ha inoltrato due messaggi: il primo, che respingiamo la decisione del presidente Trump , e il secondo che siamo pronti ad immolarci per difendere Gerusalemme''.