LO ZAR TORNA DOPO LA SCOMPARSA MISTERIOSA: “SOLO PETTEGOLEZZI”

Colpito da malore, semplicemente in vacanza, ma non mancano voci di una possibile maternità della moglie, fidanzata, compagna o amante numero uno del Cremlino, la modella ed ex atleta Alina Kabayeva, qualcuno ha addirittura parlato di una potenziale dipartita del leader russo. Rimane giallo per “la scomparsa” di Putin. Nonostante oggi sia riapparso a San Pietroburgo insieme alla presidente del Kirghizistan, Aslambek Atambajev, non ha risposto a nessuna domanda che si è sollevata nei giorni scorsi: seduto accanto a un gigantesco tricolore russo, Putin parla all’ospite, come se il mondo non si fosse chiesto che fine avesse fatto. “Se non ci fossero i pettegolezzi sarebbe una gran noia”, è stato il primo commento del leader del Cremlino, a proposito.

Nell’attesa, come aveva annunciato l’agenzia Ria Novosti citando il ministero della Difesa russo, il presidente ancora invisibile aveva dato ordine alla Flotta settentrionale basata a Murmansk e alle unità di paracadutisti di porsi in stato di massima allerta, nell’ambito di una serie di esercitazioni militari di sei giorni – non programmate – nell’Artico. A un passo dai confini Nato con Norvegia e Paesi Baltici, sempre più preoccupati dal clima di tensione con Mosca nato dalla crisi ucraina.

Comune, dietro la patina di gossip, l’assenza del presidente non ha fatto che incendiare i sospetti di un terremoto degli equilibri del potere governati dal presidente, uno scontro tra l’Fsb (servizi di sicurezza) e il presidente ceceno Ramzan Kadyrov, sempre meno controllabile. Ma c’era anche chi, come l’ex ambasciatore israeliano in Russia, Zvi Magen, ipotizzava un colpo di stato. Secondo lui infatti “il movimento dei militari attorno al Cremlino indica che c’è un cambio di governo, o che un tentativo di cambiare il governo è in corso”. Secondo il diplomatico, il potenziale golpe è portato avanti da “fazioni dell’esercito in lotta tra loro, o influenti imprenditori”.

Ma tutto il rumore che si è alzato intorno all’assenza del capo del Cremlino fa senz’altro riflettere sulla figura dell’uomo politico. Non è da escludere che un ipotetico successore di Putin decida di inaugurare la sua scalata al potere con una certa durezza, così da consolidare la propria posizione. Ad esempio, con l’intento di mantenere alto il gradimento della popolazione nelle istituzioni – oggi Putin gode di una fiducia pressoché plenaria- , questo potrebbe sostenere che l’altrettanto ipotetica dipartita dell’amato leader sia frutto di una cospirazione dell’Occidente, inasprendo e peggiorando i rapporti già poco idilliaci di Mosca con buona parte della Comunità Internazionale. Oppure, ancora, per mostrarsi forte e non curante degli avvertimenti stranieri, questo potenziale successore di Putin potrebbe ulteriormente calare la mano sul conflitto in Ucraina, decidendo di intervenire senza riserve per “salvare” i filo-russi dell’Est del Paese, probabilmente guadagnando consensi in patria, ma incrinando ancora i rapporti con l’Occidente.