Le tre chiamate misteriose di Donald jr

Tre telefonate a numeri privati da parte di Donald Trump jr sono al vaglio degli investigatori che indagano sul Russiagate. Due chiamate, secondo quanto riferito dalla commissione Giustizia del senato Usa, sarebbero avvenute prima l'incontro del rampollo di casa Trump con emissari del Cremlino, mentre la terza sarebbe stata effettuata in un momento successivo.

Intrigo

La riunione con gli uomini di Vladimir Putin è al centro dell'inchiesta sulle presunte interferenze di Mosca nel voto americano del 2016. Sarebbe, infatti, stata organizzata col fine di ottenere materiale compromettente su Hillary Clinton che correva per la presidenza contro lo stesso Trump. Secondo i membri democratici della commissione, i numeri privati potrebbero appartenere al presidente Trump, i cui uffici dispongono di un numero bloccato, come rivelato in una testimonianza da Corey Lewandowski, ex manager della campagna elettorale. Donald Jr. ha chiamato tre volte numeri bloccati, qualche giorno prima e poi immediatamente dopo il meeting, ma ha dichiarato di non ricordare di aver chiamato suo padre, né di aver parlato con lui della riunione. L'allora candidato repubblicano, però, prima che avvenisse l'incontro, aveva annunciato un imminente comizio – mai avvenuto – in cui avrebbe rivelato notizie “molto interessanti” sui Clinton.

Pronto a collaborare

Jeffrey Yohai, l'ex genero di Paul Manafort, manager della campagna elettorale di Trump per 3 mesi nel 2016 si sarebbe, intanto, detto pronto a collaborare con Robert Mueller, lo speciale procuratore che indaga sul Russiagate. Lo riporta il Guardian. Yohai, che ha divorziato dalla figlia di Manafort lo scorso agosto, avrebbe accettato di aiutare Mueller a fare pressioni sull'ex suocero, incriminato per una serie di reati che vanno dal riciclaggio alla frode bancaria, affinché si dichiari colpevole e collabori con gli inquirenti. Yohai si è a sua volta dichiarato colpevole di aver utilizzato in modo improprio prestiti ottenuti per progetti di costruzione e un conto corrente bancario nell'ambito dei suoi affari di real estate e finanziari, precedenti l'indagine di Mueller sulle interferenze di Mosca nelle presidenziali americane. Yohai, che è anche un ex socio in affari di Manafort, è stato interrogato lo scorso giugno dal team di Mueller sulle relazioni con Trump del suocero, sui suoi legami con oligarchi di Mosca e sui suoi prestiti milionari per proprietà a New York.