Lagarde: “Tensioni Usa-Cina una minaccia”

In una guerra commerciale perdono tutti: le trattative commerciali fra Stati Uniti e Cina richiedono tempo, e un loro fallimento è una minaccia per l'economia globale”. Lo ha detto Christine Lagarde a Bloomberg.  

Allarme

“Chiaramente le tensioni tra Stati Uniti e Cina sono una minaccia per l'economia mondiale”, ha ribadito la presidente del Fmi durante una conferenza a Parigi, aggiungendo che recenti “voci e tweet” hanno reso meno probabile un accordo tra i due colossi economici globali. Durante l'evento del Forum di Parigi, anche il ministro dell'Economia francese, Bruno Le Maire, ha messo in guardia dall'impatto di una guerra commerciale tra le due maggiori economie del mondo. “Stiamo seguendo da vicino gli attuali negoziati tra la Cina e gli Stati Uniti e vogliamo che rispettino i principi di trasparenza e multilateralismo“, ha affermato, invitando le due parti a “evitare di prendere decisioni che potrebbero minacciare e minare la crescita globale nei prossimi mesi”. Secondo il ministro “aumentare le tariffe è sempre un vicolo cieco e una decisione negativa per il mondo intero, per gli Stati Uniti, per la Cina, per la zona euro, per l'Europa e per la crescita mondiale”. La Cina ha fatto sapere che il suo principale negoziatore commerciale visiterà gli Stati Uniti per colloqui con i suoi omologhi americani questa settimana.

La minaccia

Ma intanto gli Usa confermano la minaccia di innalzare i dazi su 200 miliardi di dollari di beni esportati dalla Cina dal 10% al 25% a partire da venerdì, se non si troverà un accordo, e accusano Pechino di aver tentato una retromarcia rispetto agli impegni presi durante i colloqui per risolvere la disputa commerciale. E le Borse, alla vigilia della ripresa dei negoziati a Washington, tremano: i listini europei, tranne Milano, continuano il trend negativo, cosi' come i futures di Wall Street; quelle asiatiche vedono Tokyo in calo dell'1,51% (anche a causa della chiusura di lunedi'), mentre Shanghai e Hong Kong hanno tentato un debole rimbalzo, soprattutto dopo la notizia che il vicepremier cinese, Liu He, parteciperà al negoziato a Washington a partire da giovedì.