La famiglia Sotloff rompe il silenzio e si rivolge all’Isis: “E’ stato commesso un grande peccato”

[cml_media_alt id='2269']953019-84b18a16-2a32-11e4-98f1-ae59a4fa84bf[/cml_media_alt]“Hanno commesso un grande peccato”. A distanza di poco più di 24 ore la famiglia di Steven Sotloff, il reporter americano decapitato dall’Isis, rompe il silenzio. “Ho un messaggio per Abu Bakr al-Baghdadi” ha detto, in arabo, il portavoce della famiglia, Barak Barfi. “Il mese di Ramadan è il mese della misericordia. Dov’è la sua? Wayluk”, ha aggiunto Barfi, una parola araba che vuol dire commettere un grande peccato. E ancora: “Sono qui a discutere con gentilezza. Non ho una spada in mano e sono pronto per la sua risposta”.

Dopo aver letto il comunicato, che conteneva anche qualche passaggio dal Corano, il portavoce dei Sotloff si è rivolto ai numerosi giornalisti in attesa davanti alla loro abitazione di Miami. “Oggi, siamo addolorati. Questa settimana piangiamo. Ma emergeremo da questo calvario, non permetteremo ai nostri nemici di tenerci in ostaggio con la sola arma che hanno in loro possesso: la paura. Non dimenticheremo”. “Steven non era un eroe, voleva solo dare una voce a coloro che non l’avevano”, ha detto Barfi, che era anche amico intimo di Steven, i cui articoli sono stati pubblicati da Time e Foreign Policy.

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