KIEV ANNUNCIA: ARMI RITIRATE DAI FILORUSSI

Sembra che gli accordi di Minsk stiano ottenendo finalmente buoni risultati, infatti i guerriglieri filorussi, che da mesi erano in guerra con l’esercito ucraino, avrebbero ritirato le armi. A riferirlo è – durante un intervento televisivo – lo stesso presidente Poroshenko , secondo il quale i separatisti fedeli a Mosca hanno ritirato “una quantità significativa” di mezzi bellici dalla linea lungo la frontiera Est dell’Ucraina. “Possiamo dire che siamo riusciti a fermare l’offensiva degli aggressori”, ha dichiarato fiero il presidente di Kiev, sottolineando che il cessate il fuoco sta iniziando a prendere piede, nonostante gli scontri siano continuati anche dopo l’inizio della tregua. L’Ucraina aveva già ritirato i propri sistemi di artiglieria, forse anche per la tragica condizione in cui versava l’esercito di stato, e “i combattenti sostenuti dalla Russia hanno fatto altrettanto”, ha detto Poroshenko, il quale informa che solo dall’inizio della tregua, iniziata il 15 febbraio scorso, ben 64 soldati sarebbero rimasti uccisi.

Comunque il bilancio è tragico, dato che dall’inizio delle ostilità tra separatisti filorussi e governo ucraino iniziate nelle regioni orientali del Donetsk e Luhansk nell’aprile del 2014, almeno 6000 persone sarebbero state uccise, di cui 1549 soldati, e oltre un milione di civili hanno abbandonato le loro case.

La crisi in Ucraina è scoppiata subito dopo l’annessione della Crimea da parte della Russia, avvenuta il 18 marzo 2014, a cui ha fatto seguito la condanna internazionale, che ha imposto al Paese di Putin sanzioni continue. Gli sforzi diplomatici dell’Europa hanno comunque impedito un’escalation del conflitto grazie agli accordi di Minsk, prima a settembre e poi definiti a febbraio. Comunque gli scontri sono continuati anche nell’ultimo mese, tanto che Poroshenko aveva accusato solo tre giorni fa i ribelli in Ucraina orientale di riluttanza a ritirare le armi pesanti sotto la supervisione internazionale, in conformità con i termini del cessate il fuoco concordato nella capitale bielorussa.