L’Isis minaccia l’Europa con una bomba sporca, realizzata con 40 kg di uranio trafugato dai depositi dell’università di Mosul. Secondo quanto riferito dai miliziani l’ordigno sarebbe già arrivato nel Vecchio Continente, pronto per essere usato. Il primo annuncio circa il possesso dell’arma radiologica era arrivato il 30 novembre scorso su Twitter; un allarme anticipato da un’analisi fatta dal generale Termentini su In Terris. Secondo Site si tratterebbe di una bomba realizzata artigianalmente con un esplosivo convenzionale circondato da uno strato più o meno denso di uranio (composto da scorie radioattive anche di vecchie macchine a raggi X). Non sarebbe in grado di innescare un’esplosione nucleare ma “solo” di contaminare diverse centinaia di metri con un fall out attivo. La bomba dunque potrebbe risultare devastante se fatta esplodere in una grande città. Eppure, secondo i servizi di sicurezza britannici, difficilmente raggiungerà un Paese Occidentale. Più probabile che venga usata in Iraq.
Il primo a dare la notizia era stato il tabloid Daily Mirror che aveva ripreso le dichiarazioni di Hamayun Tariq. Si tratta di un foreign fighter. Ex meccanico, originario delle Midlands, ha dichiarato di aver combattuto al fianco dei talebani prima di unirsi all’Isis. La notizia del furto del materiale radioattivo era stata invece comunicata dall’ambasciatore iracheno all’Onu, Mohamed Ali Alhakim, in una lettera inviata lo scorso 8 luglio al segretario generale Ban Ki-moon.
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