“Non lasceremo Roma in mano ai ladri”. Matteo Renzi lo promette davanti a un’assemblea di giovani democratici, ancora choccati per l’inchiesta “mondo di mezzo” che si sta allargando a macchia d’olio travolgendo gran parte della classe dirigente della Capitale. Per il premier poco conta che il sistema criminale sia composto da “tangentisti all’amatriciana” o da “mafiosi”: l’importante è che si faccia chiarezza. Il presidente del Consiglio dunque si augura che la magistratura “faccia rapidamente i processi e chi è colpevole paghi fino all’ultimo centesimo e all’ultimo giorno”. Renzi non vuole fare sconti a nessuno, nemmeno ai rappresentanti del suo stesso partito che dovessero risultare coinvolti, per lui e per il governo è una questione cruciale: si vuole dare una dimostrazione pratica che il vento è cambiato.
Dal Mose a Mafia Capitale passando per l’Expo la lotta alla corruzione è un principio cardine del nuovo corso di Palazzo Chigi. E nessuno dovrà mettersi in mezzo, nemmeno gli uomini del Pd che già contestano il commissariamento della costola romana, affidata alle cure di Matteo Orfini. “Non consentiremo a nessuno nel Pd – sostiene il premier – di mettere in discussione ciò che siamo e quanto abbiamo fatto. Teniamo pulito perché Roma è troppo grande e bella per lasciarla a gentaccia là fuori”. E non c’è nessuna deriva giustizialista in questo, Renzi lo fa capire: è necessario che chi ha sbagliato “paghi”. Anche se, osserva il capo del Governo, occorre fare dei distinguo, perché un conto è una mazzetta, un altro una foto, come quella che ritrae il ministro Poletti a cena con Salvatore Buzzi. Non buttare tutti nel tritacarne, secondo Renzi, è l’unico modo per colpire i veri responsabili.
Il presidente del Consiglio ne ha avute per tutti, avversari interni compresi. “Chi se ne frega – dice- se uno è renziano, civatiano o cuperliano, usiamo il partito per affrontare questioni importanti e non per prendere uno strapuntino e diventare consigliere di quartiere e via più su. La politica o è passione o è tristezza”. Alla “demagogia” di Matteo Salvini risponde così: ” Noi abbiamo smantellato i campi rom e ora diamo 200 milioni alle periferie, i problemi si risolvono con il pragmatismo di chi da 20 anni ti rappresenta, ma non è stato in grado di risolvere problemi”. Quanto a Grillo spiega che “Grazie a noi è tornato a fare i tour” cosa di cui “non dico la cultura, ma lo spettacolo si gioverà…”. Dopo gli attacchi spazio alla politica: Renzi ha elencato i risultati raggiunti dall’esecutivo, job act, legge elettorale (su cui tuttavia continuano a manifestarsi delle resistenze) e scuola. Quanto all’Europa avverte Angela Merkel: “Andiamo a testa alta e senza chiedere scusa se esisto. L’Ue non è solo un insieme di vincoli e spread, un accordo notarile, ma prima di tutto una comunità”.
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