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Isis, diffuso il terzo video dell’ostaggio inglese

Continua, con uno stile che ricorda una macabra fiction, la strategia di comunicazione dell’Isis. Il terzo video che ha per protagonista l’ostaggio inglese John Cantlie in tenuta arancione dietro ad una scrivania, come nelle precedenti ‘puntate’, bolla come ‘irritante’ il discorso del presidente Barack Obama e minaccia:  “Il nuovo conflitto (in Siria e Iraq) non renderà l’Occidente più sicuro; coi raid non guadagnerete terreno”. Cantlie afferma poi che lo Stato islamico non ha perseguitato e ucciso i cristiani e gli Yazidi.

Intanto proseguono le azioni di guerra. Le forze curde hanno lanciato un’offensiva su tre fronti contro l’Isis nel nord dell’Iraq. Le operazioni militari, partite all’alba, si dispiegano a nord della città di Mosul, controllata dai jihadisti, a sud della città petrolifera di Kirkuk, e in una città al confine con la Siria.

Secondo quanto riferito dall’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), la coalizione internazionale guidata dagli Usa ha effettuato una serie di raid aerei sulle postazioni dello Stato islamico intorno a Ain al Arab (Kobane), la terza città curda della Siria, sulla quale i jihadisti stanno avanzando. Ieri l’ong aveva detto che i miliziani dell’Isis erano arrivati a non più di cinque chilometri dalla città, dalla quale nelle ultime settimane 160mila civili sono fuggiti per cercare riparo nella vicina Turchia. La Turchia, intanto, ha rafforzato il suo schieramento militare a ridosso della frontiera, dopo che ieri tre colpi di mortaio erano caduti sul suo territorio durante combattimenti tra i jihadisti e i miliziani delle forze di autodifesa curde (Ypg).

Arrivano anche le prime cifre di quanto è costata finora l’offensiva della coalizione. Gli Usa hanno già speso tra i 780 e i 930 milioni di dollari per combattere l’Isis. Un rapporto del ‘Center for Strategic and Budgetary Assessment’ spiega come gli Stati Uniti spenderebbero dai 200 ai 320 milioni al mese se schierassero sul terreno 2.000 soldati. Mentre se le truppe fossero di 5.000 unità e gli attacchi aerei condotti ad un ritmo di 150 al mese, oltre a 120 voli di sorveglianza, il costo schizzerebbe tra i 350 milioni e i 570 milioni di dollari al mese.

Secondo il rapporto dell’agenzia di Washington, uno scenario con una forte presenza di truppe di terra, pari a 25 mila soldati inviati in Siria e Iraq, oltre a 200 raid aerei al mese, costerebbe da 1,1 miliardi a 1,8 miliardi al mese. Su base annua, e per quanto riguarda la campagna aerea, raid a ‘bassa intensità’ costerebbero dai 2,4 miliardi ai 3,8 miliardi di dollari. Mentre in caso di un numero di attacchi più frequente, il costo potrebbe arrivare ad una forbice tra i 4,2 miliardi e i 6,8 miliardi l’anno. Il dossier sui costi della guerra contro il Califfato è stato pubblicato dopo che gli Ua hanno portato a termine 220 raid aerei in Iraq e 40 in Siria. Inoltre, sono stati lanciati 47 missili Tomahawk dalle navi americane, ognuno dei quali ha un costo di oltre un milione di dollari.

Sara Sbaffi

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