Iran, nessuna intesa: falliscono i negoziati sul nucleare

A Vienna i negoziati fra Iran e ‘5+1’ (Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia, Germania) sul controverso programma nucleare di Teheran, sono falliti. In teoria la data limite per il raggiungimento di un accordo o meno è fissata per oggi, ma in sei giorni di affannosi colloqui non si è trovata ancora la quadratura del cerchio. Mentre, fra voci e smentite, ieri ha preso corpo l’ipotesi del prolungamento di un anno (o di sei mesi) delle trattative. Nelle ultime ore, si sono moltiplicati i faccia a faccia fra il segretario di Stato Usa, John Kerry, e il ministro degli esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, ma fonti diplomatiche occidentali hanno escluso per ora una svolta, pur lasciando aperto uno spiraglio per una qualche intesa in extremis. Intanto, fra ieri e oggi sono giunti a Vienna anche i ministri degli Esteri di Russia e Cina, Serghiei Lavrov e Wang Yi, rappresentanti delle due potenze considerate in rapporti migliori con Teheran: segno ulteriore, secondo gli osservatori, del fatto che l’epilogo di questa tornata – in un senso o nell’altro – è ormai alle porte.

I nodi da sciogliere sono sostanzialmente due. Da un lato il tema dell’arricchimento dell’uranio, con Teheran pronta a rispettare l’accordo sullo stop all’arricchimento al 20% – considerato la linea rossa superata la quale la bomba atomica sarebbe a portata – ma decisa a continuare a produrre combustile per le proprie centrali nucleari. Dall’altro quello delle sanzioni: per ribadire la priorità di Teheran, la cancellazione totale delle sanzioni, in particolare quelle sull’export del petrolio che strangolano l’economia del Paese, è sceso in campo anche la Guida suprema iraniana, Ali Khamenei. Secondo Haaretz, il premier israeliano vedrebbe con favore il prolungamento dei negoziati e il rinvio di un accordo: “Meglio nulla che una cattiva intesa”. Nuovi negoziati sulla questione nucleare iraniana si terranno a dicembre.