IL PASSAGGIO ALLA TV DIGITALE MANDA NEL CAOS IL KENYA

In Kenya per oltre un mese i cittadini sono stati costretti a guardare la sola Kenya Broadcasting Corporation (Kbc) e ad ascoltare una sola stazione radio la K24, una radio locale di proprietà del presidente Uhuru Kenyatta. Una situazione che riporta indietro di trent’anni, quando negli anni ’80 “Voice of Kenya” era l’unica emittente a disposizione dei cittadini. La situazione si è creata a seguito dell’interruzione dei programmi televisivi per non aver rispettato le scadenze del passaggio al digitale terrestre che l’autorità aveva fissato per dicembre 2014. Un episodio simile risale al 2007/2008 quando a causa di disordini elettorali le trasmissioni furono volutamente interrotte come atto di prudenza per arginare le violenze.

Dopo mesi di battaglie giuridiche fra il Cak e i canali tv locali, alla fine il Communication Authority of Kenya ha avuto la meglio con un approvazione della Corte Suprema il 13 febbraio. Per circa un mese migliaia di posti di lavoro sono rimasti in bilico senza sapere quale sarebbe stata la loro sorte. Fino ad oggi i cittadini del Kenya hanno visto la televisione con il segnale analogico, del tutto inferiore per la qualità rispetto al più moderno digitale. Per effettuare il passaggio, i consumatori dovranno aggiornare il loro vecchio schermo collegando il decoder che permetterà loro di accedere gratuitamente ai normali programmi.

A riguardo, si sono espresse le emittenti chiamate in causa sottolineando che la spesa da sostenere per acquistare il nuovo strumento(63 scellini), è superiore alla possibilità del telespettatore medio. La risposta del governo però è molto chiara: “Tutti i canali devono trasferirsi sulla piattaforma digitale entro giugno 2015, la data di scadenza globale stabilita”. Il passaggio però è avvertito come una minaccia delle tre emittenti principali che temono la competizione con i numerosi canali stranieri che avrebbero accesso nelle case della popolazione.