I curdi: “Macron invierà truppe”. L'Eliseo smentisce

La Francia non prevede nuove operazioni militari nel nord della Siria al di fuori della coalizione internazionale contro l'Isis”. Il comunicato dell'Eliseo, arrivato in mattinata, chiude la questione sul presunto invio di ulteriori truppe nel nord della Siria, paventato alcune ore fa da alcuni responsabili curdi ricevuti a Parigi. Nel corso dell'incontro, il presidente Macron avrebbe assicurato “il sostegno della Francia” alle Forze democratiche siriane (Sdf) sul fronte di Manbij, città già presidiata da un contingente dell'Esercito americano e finita nel mirino di Erdogan come prossimo obiettivo di un'offensiva armata nel Paese contro gli esponenti del Ypg. Nonostante le conferme arrivate dal rappresentate del Kurdistan sul territorio francese, il quale aveva parlato di “cooperazione presto rafforzata”, dall'Eliseo non era arrivata nessuna dichiarazione in proposito.

La situazione

La notizia diffusa di un possibile invio di nuove truppe a supporto delle forze curde nell'ambito di un ruolo di mediazione fra le parti in causa, aveva suscitato la reazione polemica della Turchia che, attraverso le parole del portavoce presidenziale Ibrahim Kalin, ha fatto sapere che “i Paesi che vediamo come alleati e amici dovrebbero mostrare una posizione chiara conto tutti i tipi di terrorismo, e non compiere passi che li legittimano”. L'obiettivo di Ankara, come palesato più volte dallo stesso Erdogan, è di estirpare i nuclei del Ypg, considerato una branca del Pkk, dal nord della Siria, operazione avviata dopo la conquista di Afrin dopo due mesi di offensiva armata. Il nome della Francia (ma non solo il suo) era stato tirato in ballo proprio in relazione alla sua posizione guardinga nei confronti della caduta dell'enclave curda del governatorato di Aleppo, avvenuta al termine di un'operazione militare che ha costretto 200 mila civili al ripiego verso altre zone del Paese.

Yalcin a Washington

L'invito di Macron ai rappresentati delle Sdf del Kurdistan sarebbe stato letto, perciò, nell'ottica di una rassicurazione sull'interesse francese alla situazione nel nord siriano e di un coinvolgimento maggiore presso la città di Manbij, per evitare di ripetere quanto accaduto ad Afrin. La smentita dell'Eliseo, tuttavia, costringe a rivedere la panoramica geopolitica attorno alla città siriana: una situazione che, in buona parte, potrebbe rivelare qualche ulteriore dettaglio a seguito dell'incontro previsto a Washington fra il viceministro degli Esteri turco, Umit Yalcin e il vicesegretario di Stato americano, John J. Sullivan, organizzato per sciogliere lo stallo causato dal contingente dell'US Army presente a Manbij: premura di Ankara, sarà di premere per la neutralità degli Usa nelle operazioni contro lo Ypg.