ELEZIONI IN ISRAELE: IN CAMPO ANCHE LE DONNE ULTRA ORTODOSSE: “VOGLIAMO PIU’ DIRITTI”

Israele è sotto i riflettori, non solo perché mancano 5 giorni alle elezioni legislative, ma anche per il variegato universo dei partiti che si presenteranno per il voto del 17 Marzo. Tra questi c’è B’Zchutan, formato dalle ‘ultraortodosse’ che chiedono di avere gli stessi diritti di cui godono anche le altre donne, quelle definite “secolarizzate”. La protesta è in riferimento soprattutto all’occupazione, all’istruzione e al ruolo all’interno della comunità.

“Vogliamo dare alle donne maggiore sostegno – dice la leader Ruth Colian – qualcuno su cui poter contare all’interno della Knesset. Lo Stato di Israele ha fallito nel proteggere le donne ortodosse”. Ma non tutte la pensano in questo modo, molte infatti sono coloro che si schierano contro questo movimento che si allontana dalla tradizione: “La donna che non crede che il suo posto sia a casa, che si vede in una posizione più alta del proprio marito, è un problema” ha affermato una giovane intervistata appena dopo aver preso visione di un opuscolo del B’Zchutan.

Non è la prima volta che la 33enne trova opposizioni decise a riguardo, già nel 2013 aveva tentato di trovare spazio presso il partito Shas per farsi candidare alle municipali, ma trovò le porte chiuse. In seguito, si presentò alla Alta Corte, chiedendo di tagliare i fondi ai partiti che discriminano le donne. Anche in questo la proposta è stata rifiutata. Un’altra esponente del giovane partito, Gila Yashar, ha dichiarato che quella proposta da lei e le sue compagne è una vera e proprio “rivoluzione della società”.

Sebbene la gran parte della popolazione femminile condivida la visione tradizionalista della donna, nelle nuove elezioni non mancano fattori di cambiamento in questo senso, come per esempio la presenza dalla nota Tzipi Livni, una figura chiave nella politica israeliana di ispirazione per tutte coloro che non accettano la loro posizione ai margini della società.