CRISI IN YEMEN, GLI USA EVACUANO IL PERSONALE DIPLOMATICO

La decisione degli Stati Uniti di evacuare tutto il personale ancora presente nello Yemen è stata presa dal Dipartimento di Stato. Nel Paese la tensione è altissima dopo i recenti attentati suicidi a Sanaa e lo scontro tra miliziani sciiti e le forze lealiste del presidente Abed Rabbo Mansur Hadi, formalmente sostenuto da Stati Uniti e Arabia Saudita. Il Consiglio di sicurezza dell’Onu si riunirà nel pomeriggio per fare il punto sulla critica situazione in Yemen. Solo una parte dell’incontro si svolgerà a porte aperte.

Ribelli sciiti appoggiati da sostenitori dell’ex presidente Ali Abdullah Saleh hanno preso il controllo della terza città dello Yemen, Taiz, e del suo aeroporto: lo hanno reso noto funzionari militari e della sicurezza del Paese. La città è il capoluogo della provincia più popolosa del Paese. Centinaia di persone sono scese in strada per protesta, ora c’è anche il rischio è di una guerra civile.In questo quadro di estrema tensione Washington ha deciso di evacuare una propria base aerea, quella di Annad, nei pressi della cittadina al Huta, ieri conquistata da qaedisti che avevano ucciso una ventina di militari governativi. Nella base sono stazionati un centinaio di agenti delle forze speciali Usa e consiglieri militari americani ed europei, impegnati a sostenere l’ormai deposto governo di Sanaa nella lotta ai qaedisti.

Il presidente Abed Rabbo Mansur Hadi ha interrotto il lungo silenzio rivolgendosi alle vittime del quadruplice attentato suicida compiuto contro due moschee sciite di Sanaa e nel quale sono morte oltre 140 persone, ha definito gli Huthi “estremisti” alla stregua dei qaedisti. “Entrambi vogliono dividere il Paese e non vogliono il bene degli yemeniti” ha detto il presidente, che ha anche accusato i miliziani sciiti di aver compiuto “un golpe contro la legittimità costituzionale”. Fonti non governative hanno annunciato inoltre che i miliziani sciiti Huthi hanno ricevuto 185 tonnellate di armi da una nave iraniana attraccata nel porto di Salif sul Mar Rosso, mentre le forze lealiste sono strette attorno alla ormai traballante autorità di Abed Rabbo Mansur Hadi.