BRASILE, ROUSSEFF CEDE: OK ALLA LEGGE ANTICORRUZIONE

Il Brasile è attraversato da una forte ondata di tensioni, centinaia di migliaia di persone, per un totale di 2 milioni, sono scese in piazza in 147 città per protestare contro il governo della presidente Dilma Rousseff, a causa dello scandalo di corruzione che ha investito il colosso petrolifero Petrobas, che coinvolge molti esponenti della maggioranza. Cortei verdeoro, i colori delle bandiere del Brasile che sventolavano, per porre fine al predominio politico del Partito dei lavoratori. Molti erano infatti gli striscioni che chiedevano un procedimento di impeachment nei confronti di Rousseff, chiedendo anche l’intervento delle forze armate. La protesta è stata indetta dalle organizzazioni civili “Brasil livre” e “Muda Brasil”, vicine all’opposizione di centro destra.

Rousseff intanto ha postato sulla sua pagina ufficiale di Facebook un video in cui difende il diritto a “libere manifestazioni” e ricorda di essere cresciuta in un’epoca in cui non era possibile organizzare proteste nelle strade, ma al tempo stesso dice che il Brasile deve “garantire che le forme di protesta siano pacifiche”.

Nel corso delle proteste contro il governo, i ministri della Giustizia Josè Eduardo Cardoso, e della segreteria generale della Presidenza, Miguel Rossetto, hanno concesso un’intervista presso il Palazzo presidenziale di Planalto. Cardozo ha affermato che nei prossimi giorni il capo dello Stato illustrerà una serie di misure per combattere la corruzione e l’impunità, ribadendo che il governo è aperto al dialogo e difende la libertà d’espressione in tutto il Paese. Il ministro della Giustizia ha infine sottolineato la necessità di una riforma politica, perché “la situazione attuale indica un cambiamento necessario nel sistema politico elettorale”, dato che quello attuale è “anacronistico e responsabile della corruzione del Paese”.

Ma le forti tensioni scaturite dallo scandalo Petrobas sono solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso: Rousseff deve fronteggiare una situazione complessa su più fronti. L’economia è sull’orlo della recessione, con l’inflazione che continua a galoppare come il deficit, mentre negli ultimi 12 mesi il real ha perso il 30% del suo valore rispetto al dollaro. Contrariamente a quanto aveva promesso in campagna elettorale, la presidente ha varato un aggiustamento di bilancio da lacrime e sangue che ha scatenato critiche anche da parte di esponenti della sua parte politica.