Bolsonaro e Trump all'Onu, tra clima e confini

Fedele alla sua linea, il tema del cambiamento climatico Trump lo sfiora soltanto durante il suo intervento alle Nazioni Unite, concentrandosi su temi quali la tutela dei confini nazionali o la vicenda Ucraina che lo vede nel mirino dei democratici e che necessita di un chiarimento anche secondo i repubblicani. Per il presidente americano, i sospetti sulla sua telefonata con Zelenskij, nella quale avrebbe invitato Kiev a indagare sul candidato Joe Biden al presunto scopo di rallentarne la corsa alla Casa Bianca, davanti alle potenze mondiali la definisce un'ennesima “caccia alle streghe nei suoi confronti”, perché da parte sua “non c'è stata alcuna pressione sull'Ucraina” né, tantomeno, una sua intromissione nella campagna democratica in atto per le primarie di partito.

Politica estera

Strategia prudente quella di Trump, mantenuta anche sul piano della politica estera: “Gli Stati Uniti non cercano il conflitto con nessun Paese. Vogliamo pace e cooperazione ma io non smetterò mai di difendere gli interesse americani”. E, rivolto a Teheran, ha specificato che “nessuna nazione responsabile dovrebbe soddisfare il desiderio iraniano di sangue”. Per quanto riguarda Hong Kong, invece, il presidente ha affermato di seguire molto da vicino la rivolta cittadina assieme alla sua amministrazione, spiegando che “il mondo si aspetta fermamente che il governo cinese rispetti i trattati vincolati e protegga la libertà ed il sistema di vita democratico dell'ex colonia britannica”. Parla anche di commercio Donald Trump, sostenendo che “i giorni degli abusi in materia commerciale sono finiti – ha detto – In questi anni, questi abusi sono stati tollerati, ignorati, se non incoraggiati. Per quanto riguarda l'America, quei giorni sono finiti”.

Bolsonaro e l'Amazzonia

Il tema del clima, invece, lo tocca eccome Jair Bolsonaro. Il presidente del Brasile, incalzato sull'emergenza dei roghi in Amazzonia, arriva a sostenere che “è sbagliato affermare che l'Amazzonia fa parte del patrimonio dell'umanità”, in quanto tale atteggiamento tradisce una tendenza “coloniale” nei confronti del suo Paese. Secondo Bolsonaro, accusato di aver debellato grosse porzioni del polmone verde terrestre per far posto a nuovi terreni di coltura, ha spiegato all'Onu che “la regione amazzonica rimane virtualmente intatta, ed è la prova del fatto che siamo uno dei Paesi che più protegge l'ambiente… Durante questa stagione la siccità favorisce incendi spontanei. Sappiamo che tutti i paesi hanno problemi, ma gli attacchi sensazionalistici che abbiamo sofferto da grande parte dei media internazionali sugli incendi ha risvegliato il nostro sentimento patriottico”.