BAGHDAD, L’OMBRA DELL’ISIS DIETRO IL SEQUESTRO DI 18 LAVORATORI TURCHI

Sono 18 i dipendenti della società Nurol Ankara rapiti a Baghdad, lo conferma il vice primo ministro turco Numan Kurtulmus, spiegano che sono in atto i negoziati per la liberazione: “I nostri connazionali sono stati sequestrati questa mattina. Siamo in stretta cooperazione con le autorità a questo riguardo”.

Davanti la stampa Kurtulmus ha condiviso la speranza che questa vicenda possa concludersi in “maniera positiva”. Dalle prime informazioni è emerso che questa mattina un commando di uomini armati ha fatto irruzione nell’impianto sportivo di Alhabebea, quartiere a est di Baghdad, portando via i lavoratori presenti sul campo.

Il portavoce del ministero degli Esteri turco, Tanju Bilgic, ha da parte sua precisato che il gruppo di ostaggi si compone di quattordici operai, tre ingegneri e un contabile del gruppo Nurol. “Noi siamo stati informati che gli operatori turchi sono stati divisi da quelli di altre nazionalità al momento del sequestro e che sono stati specificamente presi di mira”, ha precisato Bilgic, citato dall’agenzia di stampa filo-governativa.

A circa un anno dalla conquista di vasti territori iracheni da parte dello Stato Islamico, sono aumentati i casi di rapimento di persone accusate di collaborare con il governo di Baghdad. In settembre il premier Davutoglu aveva incontrato 49 ostaggi liberati dallo Stato Islamico. Erano stati sequestrati l’11 giugno dell’anno scorso dal consolato turco a Mosul, in Iraq.