Allarme per l’utilizzo di armi illegali in Ucraina

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Armi illegali, come le terribili bombe a grappolo, sono state utilizzate nel conflitto in Ucraina. È la scioccante rivelazione riportata nel nuovo rapporto annuale di Amnesty International “La situazione dei diritti umani nel mondo” pubblicato mercoledì che denuncia l’impiego di armamenti vietati in luoghi con presenza di civili durante gli scontri nel sudest dell’Ucraina sia da parte dell’esercito regolare che da parte dei separatisti filorussi.

L’organizzazione umanitaria critica poi entrambe le parti in lotta per l’alto numero di vittime civili: “Non sono riuscite a prendere precauzioni necessarie per proteggerli, in violazione delle leggi di guerra”. Inoltre Amnesty ha anche registrato rapimenti, torture e uccisioni sommarie da parte di battaglioni di volontari al fianco del governo ed unità combattenti separatiste. L’organizzazione teme inoltre un forte aumento globale di civili esposti alla violenza dei gruppi armati nelle zone di guerra, un moltiplicarsi degli attacchi contro la libertà di espressione e l’aggravarsi della crisi dei rifugiati siriani.

Biasimato, infine, anche il Consiglio di sicurezza dell’Onu per non essere stato in grado di risolvere le molteplici crisi umanitarie che affliggono il Pianeta. Secondo Amnesty, infatti, il Consiglio di Sicurezza è rimasto immobile di fronte alle crisi in Siria, Iraq, Gaza, Israele e Ucraina. Amnesty chiede ai cinque membri permanenti di rinunciare al diritto di veto in caso di genocidio o atrocità di massa e a tutti gli Stati, compresi Usa, Cina, Canada, India, Israele, Russia, di ratificare il Trattato sul commercio di armi, entrato in vigore lo scorso anno, dopo una campagna di Amnesty e di altre organizzazioni, durata decenni.

Secondo il presidente di Amnesty International Italia, Antonio Marchesi, “Nel 2014 enormi forniture di armi sono state inviate a Iraq, Israele, Russia, Sud Sudan e Siria, nonostante la probabilità assai elevata che sarebbero state usate contro i civili intrappolati nei conflitti. Quando l’Isis ha conquistato ampie parti dell’Iraq – ha denunciato Marchesi – ha trovato grandi arsenali pronti all’uso”.