Al via le consultazioni di Aoun

Primo giro di consultazioni del presidente libanese Michel Aoun dopo le dimissioni – congelate su richiesta dello stesso capo di Stato – del premier Saad Hariri. Aoun ha incontrato i primi rappresentanti delle forze politico-confessionali per colloqui che, stando a quanto sostenuto dalla tv Lbci, riguarderanno la sicurezza del Paese e la politica di “dissociazione” del Libano dai conflitti in corso in Medio Oriente, una linea concordata tra i partiti alla nascita del governo Hariri nel dicembre del 2016.

La minaccia sciita

Nell'annunciare le sue dimissioni, il premier aveva denunciato proprio la violazione di tale politica da parte del movimento sciita Hezbollah, alleato dell'Iran, le cui milizie sono impegnate su vari fronti regionali. Sempre secondo le fonti presidenziali, le consultazioni riguarderanno anche le posizioni dei vari partiti sulle “minacce israeliane, compresa la strategia difensiva” per fronteggiarle. Un implicito riferimento alle capacità militari di Hezbollah, considerato il più temibile avversario dell'esercito israeliano. Tra i politici già sentiti da Aoun vi è Mohammed Raad, capo del blocco parlamentare di Hezbollah. Dopo il colloquio, Raad ha detto di aver discusso con il presidente “la protezione del Libano e la ripresa del lavoro del governo”, in cui siedono ministri del Partito di Dio sciita.

La richiesta di Israele

La situazione creatasi nel sud del Libano è stata, intanto, al centro di un incontro organizzato dal ministero israeliano degli Esteri con diversi diplomatici fra cui rappresentanti dei Paesi che contribuiscono all'Unifil, la forza di Caschi Blu attiva in quella zona. Il colloquio, ha precisato un portavoce del ministero degli esteri, è stato preparato in vista della discussione del 29 novembre al Consiglio di sicurezza sull'applicazione della risoluzione 1701 che nel 2006 mise fine al conflitto fra Israele e gli Hezbollah. Obiettivo dell'incontro, ha spiegato il portavoce, era di spronare i Paesi che contribuiscono all'Unifil ad operare affinché il suo mandato “sia applicato in maniera più determinata ed efficace“. Ciò sia attraverso una “presenza più incisiva sul terreno” sia con rapporti all'Onu “che rappresentino in maniera maggiormente precisa ed accurata la realtà sul terreno“. “Il Consiglio di sicurezza – ha concluso il portavoce – non deve ignorare la crescita della influenza iraniana in Libano né il potenziamento militare degli Hezbollah nel Libano meridionale, che minacciano la stabilità“.