Uno spettacolo in onore della “terza madre del ghetto di Varsavia”

Avrà luogo domani, martedì 20 marzo, presso l'Istituto Polacco di Roma, l'evento teatrale “Irena Sendler. La terza madre del ghetto di Varsavia”. Ideato e diretto da Roberto Giordano, lo spettacolo ha l'obiettivo di commemorare la vita e l’operato di Irena Sendler (1910-2008), l'infermiera polacca che salvò migliaia di bambini ebrei durante le persecuzioni naziste. L'evento si tiene in collaborazione con l’Associazione per la Cooperazione e l'Amicizia Italo-Polacca in Campania.

La Sendler ha salvato circa 2.500 bambini portandoli fuori dal Ghetto dentro ambulanze o altri veicoli. L'infermiera forniva ai bambini dei falsi documenti con nomi cristiani, e li portava nella campagna, dove li affidava a famiglie cristiane, oppure in alcuni conventi cattolici. La Sendler annotò i veri nomi dei bambini accanto a quelli falsi e seppellì gli elenchi dentro bottiglie e vasetti di marmellata sotto un albero del suo giardino, nella speranza di poter un giorno riconsegnare i bambini ai loro genitori. Nell’ottobre 1943 la Sendler venne arrestata dalla Gestapo: fu sottoposta a pesanti torture (le vennero fratturate le gambe, tanto che rimase inferma a vita), ma non rivelò il proprio segreto. Fu condannata a morte, ma venne salvata dalla rete della resistenza polacca attraverso l’organizzazione clandestina Żegota, che riuscì a corrompere con denaro i soldati tedeschi che avrebbero dovuto condurla all’esecuzione. 

Nel 1965 venne riconosciuta dallo Yad Vashem di Gerusalemme come una dei Giusti tra le Nazioni, solo in quell’occasione il governo comunista le diede il permesso di uscire dalla Polonia per ricevere il riconoscimento in Israele. La storia di Irena Sendler è rimasta sepolta per 60 anni ed è stata riscoperta nel 1999 da alcuni studenti di una scuola superiore del Kansas, che hanno lanciato un progetto per fare conoscere la sua vita e il suo operato a livello internazionale.

Nel 2003 Papa Giovanni Paolo II le inviò una lettera personale elogiandola per i suoi sforzi nella resistenza polacca. Il 10 ottobre 2003 le fu conferita la più altra decorazione civile della Polonia: l’Ordine dell’Acquila Bianca e il Premio Jan Karski “Per il Coraggio e il Cuore”.