TROVATI I RESTI DI CERVANTES, ERANO SEPOLTI IN UNA CRIPTA A MADRID

L’immagine del don Chisciotte che combatte contro i mulini a vento è pervenuta ai posteri come metafora dell’uomo visionario. Eppure la storia che riguarda il suo ideatore, lo scrittore spagnolo Miguel de Cervantes, è molto concreta. Fino a pochi giorni fa, infatti, nessuno sapeva dove riposassero le spoglie mortali del drammaturgo madrileno e della sua consorte, Catalina de Salazar, entrambi vissuti in Spagna a cavallo del ‘600. Ora però l’atteso annuncio: i resti ossei dei due scheletri rinvenuti nella cripta della chiesa delle Trinitarie scalze di Madrid appartengono quasi certamente a loro.

Gli studiosi ne sono ormai certi e si attende, a giorni, la conferma ufficiale. La notizia è stata diffusa dal quotidiano spagnolo El Pais, che ha raccontato come le ricerche avviate nel marzo scorso dal Comune di Madrid avessero rivelato quattro possibili sepolture sotto il pavimento del Convento delle Trinitarie della capitale. La ricerca aveva preso il via a gennaio scorso quando, sotto il pavimento, era stato rinvenuto un feretro in pessime condizioni con le iniziali M.C. – attribuite all’autore del Don Chisciotte della Mancia – impresse con chiodi di ferro.

Le indicazioni del luogo esatto della sepoltura di Cervantes erano sconosciute. Era noto che lo scrittore fosse stato sepolto nel 1616 in un punto imprecisato nell’area del convento delle Trinitarie, nel madrileno “Quartiere delle Lettere”. Nel corso dei secoli i dettagli della tumulazione erano andati perduti anche a causa dei lavori di ampliamento e ristrutturazione dell’edificio religioso, dichiarato patrimonio nazionale nel 1921: da allora la classificazione catastale e la presenza della comunità religiosa aveva reso difficile pianificare degli interventi archeologici. Il permesso accordato dai Beni culturali e dal Comune hanno dato i risultati sperati e da ora in poi il genio straordinario di Cervantes ha un luogo dove poter essere celebrato. I tanti idealisti che ancora “cavalcano” contro i moderni mulini a vento, ringraziano.