Giovani e sesso, una libertà solo apparente

Sesso, pornografia, omosessualità, contraccezione, malattie sessuali, gravidanza… Parole, che ormai fanno parte della società e nel ventunesimo secolo contano molto! Molto di più di quello che noi crediamo. Parole cariche di significato, che fanno nascere dubbi. C’è una gioventù per cui il mondo è un libro aperto, senza limiti. Senza limiti, con una libertà estrema nella quale possono conoscere e vivere la loro sessualità. L’insegnante belga Thérèse Hargot (nata nel 1984, laureata in filosofia e master in scienze sociali alla Sorbona) affronta in modo rigorosamente laico i problemi di questi ragazzi, invitandoli a ripensare la loro vita affettiva e sessuale, per renderla davvero gioiosa. Lo fa nel suo libro “Una gioventù sessualmente liberata (o quasi)”, in qualità di sessuologa e insegnante di liceo in Francia.

Affettività giovanile

In dieci capitoli, Hargot cerca di fare una mappa esistenziale dell’affettività giovanile. Partendo dalla domanda “chi sono io?” cerca di trovare risposte sul modo di cercare e vivere un amore profondo, affrontando nel percorso diverse domande legate a omosessualità, malattie sessuali, contraccezione, aborto e eguaglianza tra i sessi. Tutto questo con un linguaggio diretto, preso dai giovani studenti a cui insegna, cercando di metterlo in rapporto con il buon senso, senza impiegare argomentazioni di tipo religioso.

A portata di mano

“Comunque, se uno ha ancora delle domande, basta che vada su YouPorn”. Questa è la prima frase del primo capitolo del libro, apparentemente sconcertante, ma che descrive perfettamente quanto sia facile per i giovani cercare risposte a determinate domande tramite il web, senza la presenza di adulti. Il porno non ha più niente di trasgressivo dato che in sei anni, l’umanità ha guardato l’equivalente a 1.2 milioni di anni in video pornografici e ha visitato 93 miliardi di pagine hard. Porre domande sul sesso diventa un cortocircuito dovuto alla cultura pornografica generalizzata che trascura il vero desiderio di un amore profondo. I fantasmi e le ossessioni, sostiene l’autrice del libro, iniziano già tra i ragazzini delle medie, spinti da una cultura che promuove la loro curiosità sessuale.

Le vere aspirazioni

Hargot cerca quindi di capire le vere aspirazioni dei giovani e confrontarle con la proposta che la società gli offre sul versante affettivo. Per esempio, quando la comunicazione si fondamenta sulle campagne di uso del preservativo l’autrice sostiene che così passa l’idea che l’altro, qualsiasi persona della quale uno si possa innamorare, è un pericolo potenziale. Queste campagne non parlano d’amore e concepiscono l’altro come minaccia, perché si cerca a tutti i costi il “safe sex” non certo un amore profondo, forse più difficile però più soddisfacente. Cosa veramente pensano i giovani? Nel libro vengono presentati casi concreti e molte esperienze con le loro conseguenze pericolose nel vivere un’affettività priva di amore, per il modo di concepire i rapporti tra fidanzati o la gravidanza. Ad esempio si spiega come ormai l’aborto è diventato in questo senso un’alternativa per i casi di contraccezione fallita.

Il linguaggio dei giovani

Perché il libro ci sembra interessante per gli educatori? Perché utilizza il linguaggio giovanile per ribadire concetti profondi e perché riflette la realtà dal punto di vista dei giovani. L’autrice sostiene che di fronte all’infelicità diffusa nella sessualità è ora che il mondo si faccia qualche domanda. Questa presunta liberazione ci ha lasciati senza niente in mano. Bisogna ripartire dalle basi. Prima di reclamare la libertà di fare qualsiasi cosa ci salti in mente, bisogna ricordare che “per stare insieme a qualcuno, bisogna innanzitutto essere qualcuno”. Perché la sessualità non è quella specie di ginnastica a cui l’ha ridotta il mondo di oggi, ma ha a che vedere con la sfera più profonda, intima e unitaria dell’individuo, cioè la persona, e può essere molto più bella di quanto ci fanno credere.

HARGOT, Thérese, Una gioventù sessualmente liberata (o quasi), Sonzogno, Marsilio Editori, Venezia 2017