A Torino nasce “l’ambulatorio dell’arte”

“Usare l’arte come cura e prendersi cura dell’arte”. Questo è il gioco di parole che ama usare Romano Ravazzani, un medico torinese, specializzato in neuropsichiatria infantile con una passione per quadri e sculture. La sua idea è stata geniale perché ha deciso di ricreare nel proprio studio una galleria con una mostra temporanea a tema.
I tantissimi pazienti, nel via vai delle visite, una volta varcata la porta possono così cominciare ad evadere dalla realtà mettendo da parte i pensieri e lo stress quotidiano della città.

Come spiega il dottor Ravazzani: “Nel tempo mi ero accorto dell’interesse suscitato da una bacheca piena di pensieri, immagini e spunti di riflessione e i pazienti spesso domandavano, interagivano e a volte mi chiedevano di poter fotocopiare i testi”.  Il medico punta giustamente sul fatto che chi è in cura o preso dai pensieri per un male, grazie all’arte, può distrarre l’attenzione dalle proprie patologie: “Pian piano ho compreso come la sala d’attesa sia il luogo ideale per far passare la comunicazione; dal medico le persone si recano in genere sole e, mentre aspettano di essere visitate, si trovano in una disposizione d’animo aperta ad accogliere nuovi stimoli”. Sottolinea poi amaramente che: “Per chi come me ama l’arte è triste vedere quanta mercificazione soffochi questo settore. Ci si interessa a un’opera solo in rapporto al valore economico che ha o può conseguire senza quasi curarsi più dei contenuti e di ciò che, con essa, chi l’ha creata ha voluto esprimere”.

Una mostra che cambia veste due volte all’anno e che ha accolto già più di 50 artisti. Previsto per oggi un vernissage dedicato all’antieroe reso possibile anche grazie al prestito di opere dell’artista Daniele Fissore e al contributo artistico di comuni pazienti.
L’ambulatorio dell’arte di Torino è davvero una bella realtà e ci insegna in un certo senso a guardare oltre il nostro immaginario sfruttando le opere e i dipinti come vera e propria cura.