Coronavirus, Rezza: “Se non ci fosse stato il lockdown sarebbe stato un disastro”

La storia di una coppia di anziani, insieme da 82 anni, che muore di coronavirus a pochi giorni di distanza

Se non ci fosse stato il lockdown sarebbe stato un disastro. Quando qualcuno pensa che il nemico siano le misure di contenimento, non è così. Il nemico è il virus. Se noi mollassimo del tutto le misure di contenimento, l’economia e la società italiana ne risentirebbero comunque in maniera gravissima perché avremmo un virus che scorrazza per l’Italia. Abbiamo una pandemia in corso”. Così Gianni Rezza, direttore del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità. E sottolinea: “Questa fase 2 è irrinunciabile. Un Paese non regge un lockdown completo per più di un paio di mesi ma da un punto di vista sanitario una certa preoccupazione c’è. Il virus continuerà a circolare anche se ora lo fa a intensità più bassa grazie ai provvedimenti di distanziamento sociale, ma come si rilascia la situazione il rischio che ricominci a circolare più velocemente c’è tutto. Siamo di fronte a una scelta irrinunciabile e dobbiamo tenere la guardia davvero molto alta”.

I dati in Italia

Il numero delle vittime di coronavirus in Italia sabato è stato di 260, il dato più basso dal 15 marzo, ma i contagi sono risaliti dopo cinque giorni consecutivi in discesa, e specialmente nelle zone più colpite: La Lombardia, Milano e il Piemonte. Da oggi si avranno i test sierologici al Pio albergo Trivulzio ed entro fine maggio la Abbott conta di distribuirne 4 milioni in tutta Italia. Intanto un’analisi del Financial Times condotta su 14 Paesi colpiti dalla pandemia, tra cui l’Italia, rivela: il bilancio delle vittime potrebbe essere quasi il 60% superiore a quello delle statistiche ufficiali.

Insieme per 82 anni

Una storia d’altri tempi quella di Crocefisso Miglietta e di Cosima Serenelli, entrambi di 93 anni, morti a distanza di pochi giorni dopo essere stati ricoverati perché risultati positivi al coronavirus, in Puglia. Lui è deceduto il 16 aprile al Dea di Lecce, lei il 24 aprile all’ospedale Perrino di Brindisi. I due stavano insieme da quando avevano 11 anni, poi 12 anni di fidanzamento e 70 di matrimonio. Su Facebook l’addio della figlia Mariella: “82 anni insieme, una vita insieme e ora non potevate che stare insieme anche in Paradiso. Adesso ho, anzi abbiamo, due meravigliosi Angeli che ci proteggono da lassù”, afferma nel commovente post, aggiungendo: “Il mio cuore si è straziato due volte prima per te Grande e Meraviglioso Papà e adesso per te Grande e Meravigliosa Mamma, riposate in pace e per piacere datemi forza e coraggio per affrontare tutto questo immane dolore. Vi amo più della mia stessa vita oramai affranta. Nulla sarà più uguale senza i miei adorati cuccioli”.

La polstrada di Orvieto fa una colletta per aiutare una famiglia in difficoltà

Una pattuglia della polizia stradale di Orvieto, in servizio di vigilanza in autostrada, è stata chiamata a intervenire presso l’area di servizio Fabro est (Terni), dove si trovava una coppia in preda a crisi di pianto e disperazione. Con loro c’erano le figlie di quattro e un anno. I genitori hanno spiegato alla Polstrada di dover portare la bambina più grande a fare una visita ematoncologica in Trentino, ma di non avere i soldi per la benzina. Non sapendo più come fare, hanno quindi chiesto aiuto agli agenti, i quali hanno organizzato una colletta e pagato loro il carburante. Gli agenti hanno prima aiutato i genitori – una coppia di stranieri, da oltre 20 anni residenti in Italia – e le bambine a rifocillarsi e poi a riprendere il viaggio, pagando loro il rifornimento di carburante necessario a raggiungere la località della visita medica. L’uomo, riferisce la Polstrada, ha perso il lavoro di fornaio – che gli aveva permesso di vivere e far vivere a moglie e figlie una vita modesta, ma serena – e ora è arrivato allo stremo economico e non ha più soldi neanche per far mangiare la famiglia. Con voce interrotta da singhiozzi e in lacrime, ma tentando nel contempo di incoraggiare la moglie e le bambine, l’uomo ha detto agli agenti che era fermo alla stazione di servizio dalla sera precedente.

L’ultimo decreto di Conte

L’Italia riparte con il decreto firmato ieri sera dal premier Conte, ma con prudenza e gradualità per evitare una ripresa dei contagi. Oggi riaprono i cantieri pubblici e le aziende votate all’export, ma la vera fase 2 scatterà il 4 maggio, con una maggiore libertà di movimento nel rispetto dei protocolli di sicurezza. Solo allora riaprirà la maggior parte delle attività produttive, ma i negozi dovranno attendere il 18 maggio, mentre parrucchieri ed estetisti l’inizio di giugno. Chi si è trovato lontano da casa al momento del lockdown potrà farvi ritorno e si potrà far visita ai parenti ma senza essere in troppi. Gli spostamenti tra regioni andranno comunque giustificati. Dal 4 maggio bar e ristoranti potranno vendere cibo da asporto, riapriranno i parchi e si potrà fare sport anche lontano da casa. Mascherine obbligatorie su tutti i mezzi pubblici e ovunque non sia possibile rispettare il distanziamento.

Messe a distanza, la Cei protesta

Il decreto non dà il via libera alla presenza fisica dei fedeli ai riti religiosi con la sola eccezione dei funerali che si potranno svolgere alla sola presenza dei familiari del defunto,
per un massimo di 15 persone. Insorge la Cei che accusa il governo di violare la libertà di culto. La Presidenza del Consiglio in tarda serata precisa di aver “preso atto” delle
osservazioni dei vescovi e che già nei prossimi giorni “si studierà un protocollo che consenta quanto prima la partecipazione dei fedeli alle celebrazioni liturgiche in
condizioni di massima sicurezza”. “Criticità ineliminabili”, secondo il Comitato Tecnico Scientifico che rinvia al 25 maggio un eventuale ripensamento.

Scuole chiuse fino a settembre ma maturità in presenza

Per il governo non ci sono le condizioni per pensare a una riapertura delle scuole prima del prossimo settembre. Per i genitori dei più piccoli si profila un rinnovo dei congedi speciali e dei bonus per il baby sitting, mentre per i diplomandi il Comitato scientifico prevede la possibilità di svolgere l’esame di maturità in presenza. “Siamo convinti di poterli garantire in sicurezza”, promette il ministro Azzolina. Conte annuncia un piano di assunzione per 24 mila precari.

Tornano gli esami all’università e riaprono le biblioteche

Tornano gli esami all’università e riaprono le biblioteche negli atenei italiani, “a condizione che vi sia un’organizzazione degli spazi e del lavoro tale da ridurre al massimo il rischio di prossimità e di aggregazione e che vengano adottate misure organizzative di prevenzione e protezione”. “Nelle università, nelle istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica e negli enti pubblici di ricerca possono essere svolti esami, tirocini, attività di ricerca e di laboratorio sperimentale e/o didattico ed esercitazioni, ed è altresì consentito l’utilizzo di biblioteche”, si legge nel testo, dove viene tuttavia precisato che l’organizzazione degli spazi deve essere tale da ridurre rischi di prossimità e aggregazione.

No a party, spettacoli e visite nei musei

Niente party. Lo ha detto in conferenza stampa il premier Giuseppe Conte, ma è scritto nero su bianco anche nel Dpcm da lui firmato. “Sono sospese le manifestazioni organizzate, gli eventi e gli spettacoli di qualsiasi natura con la presenza di pubblico, ivi compresi quelli di carattere culturale, ludico, sportivo, religioso e fieristico, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato, quali, a titolo d’esempio, feste pubbliche e private, anche nelle abitazioni private – si legge nel testo – eventi di qualunque tipologia ed entità, cinema, teatri, pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, discoteche e locali assimilati; nei predetti luoghi è sospesa ogni attività”. Sono inoltre “sospesi i servizi di apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura di cui all’art. 101 del codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42”.

Sport riparte come previsto

Intanto anche lo sport riconquista i suoi spazi: dal 4 maggio, stabilisce il Dpcm, potranno riprendere gli allenamenti degli atleti professionisti o di interesse nazionale che praticano sport individuali, nel rispetto del distanziamento previsto dalle normative sanitarie contro la pandemia: invece per gli sport di squadra bisognerà aspettare il 18 maggio. La Serie A spera di chiudere in qualche modo la stagione.