Coronavirus, l’Italia verso la proroga dello stato di emergenza

Conte: "Ci sono le condizioni per proseguire lo stato di emergenza per il coronavirus dopo il 31 luglio". Intanto nuovi focolai preoccupano mentre altri rientrano

Coronavirus

Verso una proroga fino al 31 dicembre in Italia dello stato di emergenza Covid varato il 31 gennaio e in scadenza al 31 luglio. La conferma di questa ipotesi che si fa strada arriva dal premier Giuseppe Conte.

Bisogna tenere sotto controllo il virus

Ragionevolmente ci sono le condizioni per proseguire lo stato di emergenza per il coronavirus dopo il 31 luglio“. Lo ha anticipato il premier Giuseppe Conte parlando ai giornalisti a margine della cerimonia generale del Mose. “Questo periodo – ha precisato –  serve per tenere sotto controllo il virus. Non è stato ancora deciso tutto, ma ragionevolmente si andrà in questa direzione”.

 

Una decisione collegiale per lo stato di emergenza

La proroga dello stato di allerta “è una decisione collegiale che va presa in Cdm. Faccio solo una riflessione anticipatoria: l’eventuale proroga dello stato d’emergenza significa che siamo nella condizione di adottare misure necessarie, anche minimali. Non dovete sorprendervi, se non fosse prolungato non avremmo i mezzi necessari per intervenire, anche su territori circoscritti”. Per questo, “ci avviamo verso la proroga della stato di emergenza”. In base a quanto appreso dall’Adnkronos Salute questa decisione potrebbe comportare, tra le altre cose, anche la proroga del ricorso allo smartworking.

I nuovi focolai che destano preoccupazione

Dopo il focolaio al polo logistico della Brt, a Bologna, il settore continua a essere nell’occhio del ciclone: un nuovo focolaio, con 18 positivi, è presente infatti nella filiale del corriere Tnt. Dopo i due lavoratori positivi, hanno tracciato i loro contatti, riuscendo così a individuare gli altri casi che, spiega l’azienda, “riguardano soggetti asintomatici”. A darne notizia è l’edizione locale del quotidiano Repubblica. All’esito dei tamponi effettuati dall’Asl tra alcuni dei lavoratori – ha detto l’azienda interpellata dal giornale – ci sono stati riferiti, al momento, 18 casi di positività al contagio, tutti riguardanti soggetti asintomatici. I test sugli altri lavoratori del sito sono ancora in corso”. Secondo il sindacato Si-Cobas, che chiede la chiusura del magazzino, sono, in realtà di più. Dopo la scoperta di due positività, l’Ausl di Bologna ha fatto una campagna di tamponi a tappeto che ha riguardato 220 lavoratori.

Sconfitto focolaio in Rsa dell’Alessandrino

Intanto è rientrata l’emergenza alla Rsa Madonna del Pozzo di San Salvatore Monferrato (Alessandria). I tamponi effettuati nei giorni scorsi a ospiti e personale hanno dato tutti esito negativo. Il risultato, spiega Massimiliano Vacchina, direttore generale dell’Opera Diocesana Assistenza che controlla la Rsa, “non deve assolutamente portarci ad abbassare la guardia ma certamente è la riprova del lavoro svolto con grande professionalità in questo delicato periodo”. A metà giugno erano 21 gli ospiti, su 54, positivi al Covid-19, oltre a 11 dipendenti, tra Oss e infermieri, su una equipe di 38 persone. Gli anziani trasferiti per essere curati hanno sconfitto il virus e presto faranno ritorno nella struttura. “Purtroppo però 2 di loro non ce l’hanno fatta e si uniscono a 4 ricoverati in ospedale che ci hanno lasciato”.