Armenia, appello Putin e Macron: “Sospensione totale dei combattimenti”

Putin è intervenuto anche in merito alla situazione in Bielorussia. Macron ha incontrato Svetlana Tikhanovskaïa due giorni fa

Il presidente russo Vladimir Putin e, a destra, il presidente Francese Emmanuel Macron

Il presidente russo Vladimir Putin ha avuto con il suo omologo francese Emmanuel Macron un colloquio telefonico sulla situazione in Bielorussia e in Armenia, da giorni al centro di scontri con l’Azerbaigian.

Tacciano le armi in Nagorno-Karabakh

In merito, entrambi i presidenti hanno chiesto una sospensione “totale” dei combattimenti in Nagorno-Karabakh (sull’altopiano armeno) e si sono detti pronti a intensificare gli sforzi diplomatici per aiutare a risolvere il conflitto. Lo riferisce il Cremlino ripreso da Ansa.

“Vladimir Putin ed Emmanuel Macron hanno chiesto alle parti in guerra di far tacere del tutto le armi il prima possibile, allentare le tensioni e mostrare la massima moderazione”, afferma in una nota. I leader hanno espresso “disponibilità” a firmare una dichiarazione a nome del Gruppo di Minsk – Russia, Francia e Stati Uniti – per chiedere la fine “immediata” dei combattimenti.

Bielorussia

Putin è intervenuto anche in merito alla situazione in Bielorussia. La conversazione con Macron è avvenuta dopo l’incontro a Vilnius di due giorni fa tra il presidente francese e il leader dell’opposizione bielorussa, Svetlana Tikhanovskaïa. In quella occasione Macron le aveva promesso il suo aiuto nella mediazione con il presidente Alexander Lukashenko.

Secondo Svetlana Tikhanovskaïa, rifugiata a Vilnius dai risultati delle elezioni presidenziali bielorusse del 9 agosto, Emmanuel Macron avrebbe detto che “farà tutto il possibile per liberare tutti i prigionieri politici” in Bielorussia.

Nel colloquio telefonico, Putin ha detto a Macron che “qualsiasi tentativo di interferire negli affari di un Paese sovrano è inaccettabile”. La “posizione di principio” della Russia è che “tutti i tentativi di interferire negli affari interni di uno Stato sovrano e la pressione esterna sulle autorità legittime sono inaccettabili“, ha rimarcato la presidenza russa.