Toscana, Ansedonia: tra spiagge e resti archeologici

Luoghi tanto amati da Nerone, di cui era originaria la sua famiglia.

Fonte: www.enjoymaremma.it

In un magnifico ambiente naturale ricco di testimonianze storiche, a soli 130 km da Roma, Ansedonia, una frazione di Orbetello, arroccata su un promontorio a picco sul mare. Per chi ama vacanze nella natura fuori dal clamore rappresenta l’ideale, con le sue 500 ville nel verde che fanno capolino del bosco e nella macchia mediterranea.

Le spiagge

Da una parte c’è la Spiaggia della Feniglia, una lunga striscia di spiaggia bianca con alle spalle la pineta che arriva fino a Porto Ercole, sull’altro versante la Spiaggia della Tagliata, dal caratteristico taglio nella roccia, spiaggia dalla sabbia più scura e ferrosa che  arriva senza interruzioni fino a Montalto di Castro.

Una passeggiata tra i resti di Cosa,  una città antichissima

Nel 273 a.C., i Romani proprio sulla sommità del colle dove sorge Ansedonia fondarono Cosa che visse ininterrottamente fino al 1328, quando il castello medievale,  su uno dei due picchi del promontorio Cusano, venne distrutto dai senesi.

Una storia lunga secoli quella di Cosa, venuta alla luce dopo la seconda guerra mondiale, grazie agli scavi dell’American Accademy, che  hanno portato alla luce l’acropoli con il suo capitolium, il foro e le case dell’antica città.

Ci sono i resti del tempio dedicato a Giove, Giunone e Minerva, nella parte centrale c’era l’altare rivolto il mare, dove venivano letti i voli degli uccelli e le nuvole. Questa ricca città era circondata da mura ciclopiche, con 3 porte di accesso e 18 torri, di cui una circolare. L’ingresso al foro era attraverso un grande arco a tre formici del 170 a. C., di cui oggi rimane solo il basamento. A destra e sinistra i resti degli atria, le botteghe.

Proseguendo sulla sinistra c’è ciò che resta di una basilica  distrutta da un terremoto. Al suo posto è stato  costruito un piccolo odeon, un teatro coperto, per volere di Nerone, dove sembra abbia pure recitato. L’imperatore Nerone era di queste parti e la sua famiglia Domizi Enobarbi, avevano possedimenti all’Argentario.  A seguire  le tre aule della Curia e del Senato, il tempio dedicato alla dea Concordia e davanti il Comitium dove si riunivano i cittadini e, in fondo, il carcere. Sulla destra le ville, la più grande quella di Diana cacciatrice. Seguendo il sentiero si arriva alla casa di Quintus Fluvius, sopra le cui fondamenta è stato costruito il museo. Qui  troverete: i plastici di Cosa, il tesoro con oltre 2.000 monete d’argento ritrovato in questa casa, statue, gioielli, oggetti di uso quotidiano in metallo, avorio, vetro.

Fuori distese di ulivi e resti antichi a perdita d’occhio, le cisterne sotterrane, le terme e addirittura delle piscine sopraelevate. I resti del porto romano della Tagliata sono una magnifica opera di ingegneria idraulica romana, realizzata per ottimizzare il flusso e il riflusso delle acque dal porto, in modo ed evitarne l’insabbiamento. Davanti la Torre Puccini, dove vi soggiornò il celebre compositore che vi trovò ispirazione per comporre la Turandot. Di epoca sempre medievale anche le altre torri di Ansedonia, Torre San Biagio in parte diroccata e Torre San Pancrazio.