Si torna a viaggiare: dal 31 marzo stop allo stato di emergenza per il Covid

Dal 1° aprile dovrebbe venire a cadere il sistema dei colori delle Regioni e delle relative restrizioni sugli spostamenti

Il 31 marzo finirà lo stato di emergenza per Covid, proclamato per la prima volta in Italia il 31 gennaio del 2020 dal governo Conte Bis. Ad oggi, infatti, con i dati sulla pandemia tutti in calo, qualsiasi ulteriore proroga dello stato di emergenza oltre questi 26 mesi sembrerebbe esclusa: il governo è intenzionato ad allentare sempre di più le restrizioni.

Per “stato di emergenza”, scrive FanPage, si intende quella condizione giuridica determinata da eventi eccezionali. In questi casi vengono garantiti al governo una serie di poteri straordinari per proteggere i cittadini, derogando dalle norme di legge.

Dal 1° aprile liberi tutti? Non ancora

Cosa succederà quindi dal 1° aprile? In pratica, il governo non avrebbe più una serie di poteri straordinari per derogare alle norme di legge, utilizzando strumenti come ordinanze e Dpcm. Verrebbe quindi anche meno ciò che rimane del sistema dei colori delle Regioni, delle relative restrizioni sugli spostamenti, e i poteri aggiuntivi dati in questi mesi ai loro presidenti.

Mancando poi la cornice giuridica emergenziale, dovrebbe decadere anche la struttura commissariale del generale Francesco Paolo Figliuolo, assieme al Comitato tecnico-scientifico.

Il Green pass resta ma allentato

Non verrebbero superate del tutto alcune misure attualmente presenti nel Paese. La certificazione verde, ad esempio, a partire da aprile potrebbe essere allentata nei luoghi all’aperto, con eliminazione dei controlli per i tavoli all’esterno di bar e ristoranti, ma anche per partecipare agli sport di gruppo. Quindi, più avanti, potrebbe scattare il superamento dell’obbligo di mascherina al chiuso.

In Francia e Germania, la maggior parte delle misure restrittive non è stata ancora ritirata, ma esiste già una roadmap per abbandonare le restrizioni. L’esecutivo Draghi non sembra voler accelerare i tempi, ma l’idea è comunque di considerare la pandemia sempre più simile a una “endemia“, con la quale dunque imparare a convivere.