Allarme siccità: ecco quali sono i laghi e i fiumi a rischio

La mappa dell'Italia irrigua, meno piogge al Centro e sete al Sud. La situazione tracciata dall'Anbi, Associazione Gestione e Tutela del Territorio

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É allarme in Italia. La situazione tracciata da Anbi, l’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue, non fa bene sperare. Infatti, con l’approssimarsi della conclusione della stagione estiva, si nota una forte sofferenza idrica. In particolare per i laghi Maggiore e Lario con un calo riempimento a due cifre.

I laghi a rischio in Italia

Questi due laghi sono gli attuali osservati speciali della stagione irrigua nel Nord Italia. Sotto media anche il lago d’Iseo, mentre continua a tenere il Garda, i cui livelli sono comunque in discesa. E mentre al Centro calano le precipitazioni, al Sud prosegue una stagione siccitosa.

“Le allarmanti conseguenze anche ambientali per la condizione idrica del lago Maggiore – dichiara il presidente dell’Anbi Francesco Vincenzi – rende evidente la necessità di una programmazione dei rilasci che superi qualsiasi logica egoistica nel rispetto delle priorità sull’uso dell’acqua”.

I livelli del Po sono migliori dello scorso anno

Passando ai fiumi, l’Anbi segnala che le portate del Po sono dimezzate rispetto alla media ma restano migliori dello scorso anno. In calo anche quelle dei principali fiumi piemontesi e dell’Emilia Romagna ma sono abbondantemente sopra la media stagionale, ma non per il Reno sotto il minimo storico. A condizionare sempre più le disponibilità idriche, ricorda l’Anbi, sono le piogge a macchia di leopardo, come testimoniato anche dalle portate dei principali fiumi lombardi e veneti.

La situazione al Sud Italia

Quanto al Centro, nel Lazio sono in costante calo il livello del lago di Bracciano, comunque ancora superiore allo scorso anno e le portate del fiume Liri, mentre in Campania sono confortanti le condizioni del Sele e del Volturno. Al Sud, infine, continua il calo di disponibilità idrica soprattutto in Basilicata e Puglia. Quanto agli invasi della Sardegna restano in linea con le disponibilità 2019, nonostante segnino a luglio meno 8 milioni di metri cubi.