Non c’è giorno che passi, che i giornali non pubblichino un sondaggio per misurare fortune e sfortune dei partiti, vale a dire il consenso degli elettori nei loro confronti.
Questa prassi, oltre ad essere suscitato dalla esigenza dei “Quotidiani” di offrire ai lettori notizie interessanti, probabilmente risiede anche nella interiorizzata cattiva coscienza nazionale per la scarsa affluenza alle urne nel momento delle tornate elettorali. Ma se i sondaggi, quasi giornalieri, segnalano repentini cambiamenti nelle intenzioni di scelta politica dei cittadini, annunciano anche spesso avvicendamenti. Ormai da molti anni le cose in Italia vanno così. Chi molto velocemente è salito su nella leadership, con la stessa rapidità crolla e va in basso.
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