Allarme Yemen
Rivolta Houthi
I combattimenti in Yemen sono iniziati nel 2014 quando il movimento ribelle musulmano sciita Houthi ha preso il controllo della provincia settentrionale di Saada e delle aree limitrofe. Gli Houthi hanno continuato ad attaccare arrivando a prendere la capitale Sanaa. Costringendo Hadi all’esilio all’estero. Proseguono i volontari di Save the Children: “Il conflitto si è intensificato drammaticamente nel marzo 2015, quando l’Arabia Saudita e altri otto stati – per lo più arabi sunniti – sostenuti dalla comunità internazionale – hanno lanciato attacchi aerei contro gli Houthi, con l’obiettivo dichiarato di ripristinare il governo di Hadi“. L’Arabia Saudita ha giustificato il proprio intervento in Yemen affermando che l’Iran sostiene gli Houthi con armi e supporto logistico – un’accusa che l’Iran nega. Il conflitto è entrato così a far parte di una serie di tensioni regionali e geopolitiche. Da quando sono scoppiate le violenze, le condizioni della popolazione in Yemen sono rapidamente peggiorate. Portando il Paese sull’orlo della carestia e del collasso economico.
Somma di disastri
“Il conflitto in Yemen ha avuto un grave impatto sull’economia del Paese. Provocando instabilità economiche, limitando le importazioni e aggravando i disastri naturali- sottolinea l’organizzazione umanitaria-. L’economia continua a deteriorarsi, con perdite di mezzi di sussistenza e aumento dei prezzi delle materie prime. La carenza di cibo, acqua potabile, servizi igienici e assistenza sanitaria, nonché la diffusione di massicce epidemie di colera e difterite, hanno gravato sulle condizioni di vita dei civili e privato le famiglie dei bisogni primari. A marzo 2022, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha segnalato 211.783 casi confermati di Covid-19 nello Yemen e 2.139 decessi”. Le conseguenze della guerra sono sempre più devastanti. Le bambine e i bambini in Yemen rischiano di imbattersi in mine e residuati bellici esplosivi mentre giocano. Lo scorso anno un bambino è stato ucciso o ferito in media ogni due giorni da mine o altri ordigni esplosivi. Leggi l’articolo su 8 anni di guerra in Yemen: sempre più bambini uccisi e feriti dalle mine.
Bambini sotto attacco
“Lo Yemen è in cima alla lista dei 10 peggiori Paesi colpiti da conflitti dove vivere per i bambini nel 2021. Le bambine e bambini in Yemen continuano a subire gravi violazioni, e molti casi non vengono rilevati dal meccanismo di segnalazione- raccontano gli operatori umanitari-. Le gravi violazioni contro i bambini includono il reclutamento, il rapimento, la violenza sessuale, la negazione dell’accesso umanitario, gli attacchi a scuole e ospedali, le uccisioni, possono avere un impatto profondo sulle loro vite, che va dal trauma fisico a quello psicologico. Tuttavia, c’è una quasi totale impunità per gli autori di queste violazioni dei diritti dei bambini, senza un meccanismo di responsabilità indipendente. Tutto questo è inaccettabile Nell’ambito della nostra campagna Bambini sotto attacco abbiamo lanciato la petizione per punire i crimini commessi in guerra contro i bambini”.
Spazio umanitario
“Lo Yemen rimane il Paese con il maggior numero di episodi verificati di negazione dell’accesso umanitario ai bambini – spiegano gli operatori umanitari-. Dai rapporti delle Nazioni Unite emerge che, negli ultimi 5 anni, la metà degli episodi di negazione dell’accesso umanitario sono stati riportati in Yemen. I conflitti peggiori sono spesso quelli di cui si parla di meno. Nel rapporto ‘The forgotten ones’ abbiamo analizzato la copertura mediatica nei 10 Paesi più colpiti dai conflitti da quando la guerra in Ucraina si è intensificata all’inizio del 2022“.E aggiungono: “Nonostante lo spazio umanitario sempre più ristretto, stiamo raggiungendo le bambine e i bambini più vulnerabili dello Yemen assicurandogli cibo, assistenza sanitaria, servizi scolastici e protezione dalla violenza. Siamo presenti nel Paese da oltre 50 anni e siamo la più grande ONG (Organizzazione Non Governativa) che vi opera, con i nostri operatori umanitari che lavorano 24 ore su 24 per garantire i diritti dei bambini, delle bambine e delle loro famiglie. Dall’inizio della risposta nel 2015 fino al dicembre 2022, abbiamo fornito assistenza umanitaria a circa 20 milioni di persone, tra cui 10 milioni di bambini/e”. E proseguono: “In questi anni 253.408 minori hanno giocato e ricevuto supporto psicosociale nei nostri Spazi a Misura di Bambino. Abbiamo sostenuto il programma di protezione dell’infanzia con l’obiettivo di proteggere bambine e bambini da tutte le forme di violenza, compresa quella indotta e aggravata dai conflitti, attraverso adeguati servizi di prevenzione e risposta“.
Senza scuole
“Portiamo avanti sessioni sulle corrette pratiche igieniche, supportiamo 176 strutture sanitarie. Per un intervento capillare ed efficace, formiamo e supportiamo volontari comunitari per la salute e la nutrizione. Grazie a questi sforzi, abbiamo fornito prestazioni sanitarie ad oltre 4 milioni di persone, più della metà delle quali sono bambine e bambini- evidenziano i volontari-.Il sistema scolastico del paese è stato fortemente impattato dal conflitto. Abbiamo difeso il diritto all’istruzione di ogni minore creando Spazi Temporanei per l’Apprendimento, abbiamo supportato la formazione di insegnanti, supportato scuole e programmi di educazione nei campi rifugiati. E creato dei corsi di apprendimento accelerato per quei minori che hanno perso anni scolastici“. E “il nostro programma di istruzione mira a garantire che i bambini in età scolare, compresi quelli con disabilità, abbiano accesso a un’istruzione di qualità in un ambiente sicuro e protettivo. Oltre 166.000 bambine e bambini hanno partecipato ai nostri programmi di educazione dal 2015″.
Combattimenti
“Combattiamo la malnutrizione in Yemen, che colpisce 2,2 milioni di bambini/e. Stiamo supportando 202 centri specializzati per contrastare la malnutrizione di bambine e bambini sotto i 5 anni e donne incinta, dove i nostri team trattano i minori con cibo altamente nutriente“, precisa la ong. Intanto sono finora oltre 356.000 i minori che abbiamo raggiunto con attività per contrastare la malnutrizione. Al-Qaeda nella Penisola Arabica, nota anche con l’acronimo Aqap, è attiva in diverse regioni dello Yemen, tra cui Shabwa e altre province lontane, ed è considerata uno dei rami più pericolosi della rete terroristica. Un membro di spicco di al-Qaida, Hamad bin Hamoud al-Tamimi, è stato ucciso a febbraio in un presunto attacco di droni statunitensi. In anni di caos e conflitti, il gruppo militante ha consolidato un forte radicamento in alcune aree del Paese, in particolare nelle remote regioni orientali e meridionali del Paese. Secondo l’Armed Conflict Location & Event Data Project, il conflitto in Yemen ha ucciso oltre 150.000 persone, tra cui più di 14.500 civili, creando una delle peggiori crisi umanitarie del mondo. I combattimenti sono cessati da quando, nell’aprile 2022, è stato raggiunto un accordo di cessate il fuoco di sei mesi. La tregua è scaduta nell’ottobre 2022, ma da mesi sono in corso negoziati tra funzionari sauditi e houthi.