Sos strada. Secondo i dati Istat in dieci anni si sono quadruplicati in Italia i clochard. Da 125 mila a 500 mila. Boom di persone senza fissa dimora o che vivono nei campi attrezzati e negli insediamenti tollerati o spontanei. La crescita è esponenziale. Si tratta di quelle che l’Istituto nazionale di statistica definisce “popolazioni speciali“. E che rappresentano un universo variegato. E di difficile intercettazione sul territorio. Nell’ambito della “rilevazione censuaria che ha richiesto un importante cambio di paradigma metodologico”.
I censimenti delle “popolazioni speciali”, infatti, sono cambiati nel tempo. Fino allo scorso anno i clochard erano rilevati con tecnica “point in time”. Accadde così la prima volta nel 1991. E in seguito, nel 2011. In pratica ai senza fissa dimora e ai senza tetto si applicava una rilevazione “ad hoc”. Effettuata nel corso di una notte nei grandi comuni. Con l’obiettivo di individuarne il maggior numero possibile. Poi il metodo è cambiato nel 2021. Perciò nell’ultimo censimento, lo scorso anno, sono stati utilizzati (come fonte) i registri. Dai quali è stato possibile dedurre le informazioni anagrafiche sui clochard. A completamento del conteggio. E della definizione della struttura demografica della popolazione censita.
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