Il valore della disabilità nella società

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In Italia, secondo le ultime statistiche pubblicate, le persone con disabilità rappresentano il 5,2% della popolazione, ossia 3 milioni e 150 mila persone.

Negli ultimi anni in particolare, nonostante le difficoltà dovute alla carenza di conoscenza sul tema della disabilità, il valore dell’inclusione sociale come diritto inalienabile sta prendendo piede all’interno della nostra società perché la fragilità non può limitare lo sviluppo e il progresso sociale che però dipende in larga parte dal contesto dove la persona cresce e sviluppa le proprie attitudini.

Il mutamento della percezione

Da vent’anni a questa parte abbiamo assistito ad uno sviluppo del dibattito e della normativa che ne è scaturita. Questo ha mutato la percezione nei confronti delle persone con disabilità in senso valoriale. Il paradigma assistenziale ha lasciato spazio ad una valorizzazione dei diritti per favorire lo sviluppo della persona. La Convenzione Onu per i diritti delle persone con disabilità, ha declinato diversi principi inclusivi, fornendo indicazioni per mutare radicalmente gli interventi e le politiche nell’ambito della disabilità con l’obiettivo che la stessa possa diventare una ricchezza per generare una società più inclusiva e non un limite.

La Convenzione Onu per i diritti delle persone con disabilità

Tanti cambiamenti positivi si sono realizzati ma molto rimane ancora da fare in questa direzione. Serve un ulteriore stimolo per un ripensamento del welfare che ponga al centro le persone con disabilità e la loro rete di relazioni sociali. L’obiettivo da raggiungere è quello di eliminare tutti quegli ostacoli residui che la società pone nei confronti delle persone con disabilità, per giungere alla cultura della normalità, dove la fragilità possa costituire un valore irrinunciabile per la società e giungere a una sensibilizzazione generale e ad un accrescimento della consapevolezza. Su questo tema, come indicato dalla Convenzione Onu del 2006 che, al comma 1 dell’articolo 8, recita: “Gli Stati Parti si impegnano ad adottare misure immediate, efficaci ed adeguate allo scopo di sensibilizzare la società nel suo insieme, anche a livello familiare, sulla situazione delle persone con disabilità e accrescere il rispetto per i diritti e la dignità delle persone con fragilità”.

L’impegno delle associazioni

L’attenzione del mondo dell’associazionismo per mutare il paradigma nei confronti delle persone con disabilità, scardinando i limiti precedentemente costituiti attraverso un’opera di divulgazione è massimo. A tal proposito, Walter Fumasoni – presidente dell’associazione Dappertutto OdV – operante in provincia di Sondrio per favorire l’inclusione delle persone con disabilità attraverso l’abbattimento delle barriere architettoniche e sociali – ha dichiarato: “Oggi, a volte, la società tende a prendere e raggruppare la fragilità e collocarla dove da meno fastidio. Questa condizione genera chiaramente un impoverimento di quella che è la condizione civile e il livello sociale di una società. L’esempio che ha fatto un’atleta nelle scorse Paralimpiadi di Tokyo in cui diceva che quando si entra in un prato spesso si va a cercare il quadrifoglio, ossia quello che è diverso da tutto il resto. Se in un prato non ci sono quadrifogli lo stesso perde di senso. Ciò che si distingue dagli altri deve essere arricchente per la società, qualcosa che la valorizza e conferisce il senso. Oggi, tutto quello che rappresenta la fragilità, con i suoi aspetti valoriali e morali e da un senso alla società, viene considerato poco, come se, se ne volesse fare a meno. Questo va ad impoverire la comunità. La società è ricca se mantiene gli equilibri naturali, ossia ognuno deve avere un ruolo e una rete di relazioni in un’ambiente inclusivo. Questo fa si che la stessa sia ricca. Dal momento in cui vengono meno questi equilibri si impoverisce. Oggi quindi, non dobbiamo arricchire la società, ma fare il modo che non si impoverisca troppo. Le azioni che noi svogliamo come Dappertutto volgono proprio a questo obiettivo, cioè a ridistribuire e riportare in ogni luogo la fragilità, in modo che si ripristinino quegli equilibri che sono stati un po’ spezzati da decisioni e da culture sbagliate, in modo che la comunità ricominci ad arricchirsi. Una società che, senza preconcetti e pregiudizi, sarebbe l’entità più ricca, prospera e feconda del mondo”.