Il Disevac delle Misericordie a Rzegzow, al confine tra Polonia e Ucraina. Sos pazienti fragili

Domenico Giani: "Nessuno deve essere mai lasciato solo. Abbiamo risposto con convinzione alla richiesta della Protezione Civile nazionale, dando operativamente, il nostro contributo”

Dopo

Ucraina, per i pazienti fragili delle Misericordie la prima realtà di trasporto specializzato in emergenza. “Le Misericordie sono un modello d’eccellenza. Riconosciuto sia in Italia. Sia a livello internazionale“, afferma Domenico Giani. Aggiunge il presidente delle Misericordie: “Passa dal Disevac la chiave di lettura del nostro sistema di assistenza. Nessuno deve essere mai lasciato solo. Abbiamo risposto con convinzione alla richiesta della Protezione Civile nazionale. Dando, operativamente, il nostro contributo”.

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Ucraini al confine con la Polonia (Fonte: UNHCR)

Misericordie in prima linea

Si tratta della prima realtà italiana di trasporto specializzato. Per l’evacuazione di persone fragili in emergenza. E il governo italiano, tramite il Dipartimento della Protezione Civile, ha scelto di avvalersene. Per evacuare i profughi ucraini più fragili. Il servizio Disevac (Disability Evacuation) delle Misericordie è il primo in Italia pensato per questo scopo fondamentale. Ossia portare in salvo (in maniera protetta ed assistita) tre tipologie di soggetti. Quelli deambulanti fragili. Non deambulanti con sedia a rotelle. E allettati in barella. Un ruolo che lo differenza del Medevac. Ideato per il trasferimento di pazienti sanitari. Anche urgenti. In questo caso, infatti, l’attenzione si concentra su soggetti fragili. Disabili. O con specifiche necessità.
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Disevac a Rzegzow

Dunque, il Disevac delle Misericordie a Rzegzow. Al confine tra Polonia e Ucraina. Il suo compito è rivolto a a gruppi di una trentina di persone. Da portare dalla frontiera al centro di prima accoglienza. E successivamente all’aeroporto. Dall’inizio dell’emergenza le Misericordie hanno attivato una serie di corridoi umanitari. Attraverso i propri contatti sul territorio. E a una fitta rete di collaborazione con organizzazioni religiose. In questo modo sono stati portati in salvo in Italia centinaia di persone. Con operazioni “family link”. Oppure in strutture di accoglienza dedicate. Tra i profughi soccorsi ci sono pazienti insulino-dipendenti. Presi in carico dal Sistema sanitario regionale del Lazio.
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Raccolta fondi Unhcr

Prosegue Domenico Giani: “La macchina umanitaria delle Misericordie è in moto. A sostegno delle vittime del conflitto in Ucraina. Siamo continuamente in contatto con la Caritas. Con le congregazioni missionarie. Con i responsabili diplomatici sul posto. Con le autorità italiane. Abbiamo deciso di sostenere la campagna di raccolta fondi dell’Unhcr. L’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati“. La Confederazione nazionale delle Misericordie d’Italia è impegnata in una raccolta di farmaci. E ha donato alcune ambulanze. Quello in Ucraina è un intervento umanitario a tutto campo, quindi. “La situazione si evolve di continuo”, puntualizza il presidente Giani.
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Tendere la mano

Domenico Giani ringrazia “tutti gli oltre 700 mila  volontari delle Misericordie. Che da tre mesi e mezzo sono vigili e attenti sulla crisi esplosa in Ucraina. La scelta della Confederazione è quella di dare fin dall’inizio il massimo sul fronte sanitario. Ecco perché abbiamo puntato su farmaci e ambulanze. L’intera Europa si è mobilitata. Il mondo del terzo settore è giusto che sia coordinato. E che componga un numerosissimo esercito di pace. Tendere la mano a chi ha bisogno è la nostra missione. E’ da secoli un’azione di ogni confratello delle Misericordie”.