Economia circolare anche in vacanza. Dall’università un modello basato su innovazione tecnologica e pensiero sostenibile. Per contribuire allo sviluppo di 16 destinazioni: coste, isole e territori nel Mediterraneo. Si tratta di strumenti ad hoc e buone pratiche. Finalizzate a conciliare la salvaguardia dell’ambiente e lo sviluppo economico e sociale. Perciò, in collaborazione con la Scuola Superiore Universitaria San’Anna di Pisa, il team di ricerca presenta i risultati. Incentivati dal confronto tra “amministratori, popolazione e addetti“. Così ora “ci sono le condizioni per consolidare un percorso strutturato”.
Il progetto Interreg Med Incircle rende il turismo circolare una pratica sempre più diffusa. Nelle destinazioni turistiche insulari, costiere e a bassa densità di popolazione. In questo modo nelle perle del Mediterraneo vengono armonizzate salvaguardia dell’ambiente e sviluppo economico e sociale. In territori toccati dai grandi flussi turistici. Trenta mesi di attività di ricerca e di azione “sul campo”. Culminati in un evento a Barcellona, in Spagna. Interreg Med Incircle è l’acronimo di “Support INsular and low density areas in the transition towards a more CIRCuLar tourism Economy”. Cioè “sostenere le aree insulari e a bassa densità nella transizione verso un’economia turistica più circolare”. L’iniziativa ha visto la partecipazione del Laboratorio Sum (Sustainability Management). Dell’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Assieme a 14 partner provenienti da Italia, Albania, Cipro, Grecia, Malta, Spagna.
Il team di ricerca della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa ha contribuito al progetto. Misurando il livello di “circolarità” di 16 destinazioni nel Mediterraneo. Per l’Italia il GAL Terra Barocca. Nel Salento, infatti, consorzi, associazioni, comuni, hanno costruito un partenariato pubblico-privato. Promuovendo a livello locale di una strategia di sviluppo pilota innovativa, multisettoriale ed integrata per la crescita del territorio. Oltre al Consorzio Oltrepò Mantovano. Ne scaturiscono i “Circular tourism tools”. Ossia strumenti di misurazione. Creati specificatamente per il settore turistico. Accompagnati da una banca dati di buone pratiche. Come strumenti di lavoro. Rivolti sia ai territori e ai loro amministratori. Sia alle imprese del settore turistico.
Le 16 destinazioni hanno ottenuto una fotografia puntuale dei loro territori. Delle sfide che li attendono nella transizione verso l’economia circolare. E delle opportunità di miglioramento. Tra le buone pratiche riscontrate a livello territoriale figurano la mobilità sostenibile e circolare. La gestione delle infrastrutture. La conservazione dei beni culturali. L’elaborazione di campagne di sensibilizzazione rispetto alle tematiche della sostenibilità per turisti e comunità locali. L’implementazione di continue azioni. A supporto della collaborazione fra tutti gli attori presenti nelle destinazioni turistiche. Secondo le ricercatrici e i ricercatori coinvolti nel progetto, è stata incentivata “la collaborazione fra gli attori del sistema turistico e la condivisione di valori e conoscenze”. E “questo processo ha portato all’elaborazione di strategie ‘su misura’. Per una pianificazione sempre più integrata. Basata sui principi dell’economia circolare”. E ciò rafforza le competenze dei ‘portatori di interesse’ e dei ‘decisori politici’ dei territori partner del progetto”.
“I dati emersi sono incentivanti– sottolinea il team della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa-. Questi territori iniziano a intraprendere un percorso di sviluppo circolare strutturato. Consapevoli che possa rappresentare una valida leva. Per lo sviluppo economico e sociale. Per la competitività. Per la protezione. E per il ripristino del loro patrimonio ambientale. In base a un atteggiamento proattivo. E a un approccio collaborativo .Nei confronti degli attori del proprio territorio”.
Si tratta di “elementi imprescindibili per il raggiungimento del risultato“. Ossia per promuovere un “turismo realmente sostenibile”. Così da decollare un sistema turistico sostenibile. Una meta “fondamentale il ruolo delle infrastrutture territoriali”. Senza le quali “la riduzione dell’impatto ambientale sui territori si rivela impraticabile”. Un cammino aperto a tutti i territori. E per le imprese del settore-turismo che volessero applicare lo stesso modello. Verso la “circolarità” del turismo. Attraverso strumenti e buone pratiche. In modo da iniziare un cambiamento. Spunti e meteriali per l’approfondimento sono sono disponibili sul sito del progetto https://incircle.interreg-med.eu/.
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