Il trasporto sociale che tesse le “Trame di Futuro”

L'intervista di Interris.it a Michele Gasparetti, referente del progetto "Trame di Futuro" che, attraverso la mobilità inclusiva, aiuta le persone con fragilità

Consapevolezza è la parola chiave del nostro vivere quotidiano, essere consapevoli permette di strutturare stili e strumenti di vita funzionali ai bisogni.

Il bisogno di inclusione

Una delle necessità fondamentali della quotidianità è rappresentata dall’inclusione delle persone con fragilità, la quale si esemplifica anche attraverso il diritto alla mobilità e alla vacanza. È da questo assioma che, in un territorio morfologicamente difficile e totalmente montano che rende più complicati i collegamenti come la Valle Camonica in provincia di Brescia, ha preso vita il progetto “Trame di Futuro”. Lo stesso, attraverso la sinergia di dieci realtà associative, tra cui Anteas, Auser e Alzheimer Camuno Sebino, con il fondamentale supporto della cooperativa sociale Azzurra, ha dato vita ad un servizio di trasporto sociale con l’obiettivo di includere le persone con fragilità e nel contempo favorire l’attività di una rete di volontari. Interris.it, in merito a questo progetto, ha intervistato Michele Gasparetti, referente del progetto, entrato nel mondo della cooperazione dopo aver maturato una esperienza profondamente significativa nel Corpo degli Alpini. Dal 2003 opera nella Cooperativa Azzurra per quanto riguarda l’assistenza scolastica delle persone con disabilità.

L’intervista

Come nasce e che obiettivi si pone il progetto “Trame di Futuro”?

“Trame di Futuro” è nato dalla collaborazione tra Auser ed il gruppo Alzheimer dell’Alto Sedino – Valle Camonica che, anche sulla spinta di un precedente progetto chiamato “Filo d’Argento”, hanno creato questa azione riguardante i trasporti di carattere sociale non sanitario, funzionante attraverso un numero verde che veniva chiamato e una decina di associazioni, le quali avevano dato la disponibilità dei loro mezzi affinché venissero utilizzati. Chiaramente ciò avveniva più nei weekend che nei giorni feriali. I vari gruppi che volevano organizzare una gita, si rivolgevano a questo numero verde, venivano messi in contatto con le varie associazioni che avevano dato la disponibilità e veniva così fornito loro il mezzo, con la disponibilità di avere, non soltanto il mezzo stesso ma anche il volontario che guidava lo stesso. Tutto ciò si basa sul volontariato”.

In che modo la pandemia ha impattato sul vostro progetto e ha mutato la vostra metodologia d’azione?

“La pandemia ha impattato su di noi in maniera assolutamente importante. Chiaramente, per tutta una serie di situazioni, tra cui la disponibilità di volontari previo vaccinazioni e la disponibilità dei mezzi che, durante la settimana, venivano utilizzate dalle associazioni per le loro attività, molti hanno preferito attendere. Trame di Futuro è stato quindi decisamente rallentato per il primo tratto della pandemia fino all’estate 2021 nella quale abbiamo gradualmente ripreso. Nell’inverno 2021 c’è stata una ricaduta ma, da due mesi a questa parte, abbiamo ripreso la piena attività e siamo sold-out. Tanto è vero che, non sempre, riusciamo a soddisfare le nuove richieste per l’evidente questione della disponibilità dei mezzi. Soprattutto ora che, finita la scuola, molti organizzano viaggi nei weekend. A partire da quest’anno, anche per questioni organizzative, partono gruppi meno numerosi e, in questo modo, hanno la possibilità di sfruttare i nostri mezzi a tempo pieno. Le realtà coinvolte nel progetto sono dieci e, in questo periodo, nessuna delle stesse associazioni ha a disposizione un solo mezzo. Questa è la dimostrazione che, questo progetto, è stato studiato per un bisogno che effettivamente esiste e non è calato su dinamiche che poi non hanno una risposta nella realtà. In particolar modo nei territori come il nostro, montani e a bassa densità abitativa, nei quali ad esempio, per gli anziani che vogliono andare al mare, è difficile trovare qualcuno che li accompagni, quantomeno alla stazione più vicina. Con questa progettualità invece, li si va a prendere sotto casa per portarli nelle località di villeggiatura e li si riporta a casa”.

Quali sono i vostri auspici futuri per lo sviluppo del progetto? In che modo, chi lo desidera, può aiutare la vostra azione?

“Gli auspici per il futuro del progetto sono quelli di rientrare, quanto prima, in una situazione di assoluta normalità. Ciò garantirebbe una maggiore fluidità perché, in questa maniera, si rischia di non riuscire a soddisfare tutti i bisogni che vengono espressi. Chiaramente, se si ha una disponibilità a 360 gradi durante tutto l’anno, una persona anziana forse non andrebbe al mare il 15 di agosto, ma anche a metà maggio, dove la disponibilità dei mezzi è sicuramente superiore. Chi lo desidera può aiutarci attraverso il passaparola che è fondamentale. Lo spirito ultimo di Trame di Futuro è anche quello di intercettare altre realtà associative che hanno disponibilità di mezzi per mettere a loro volta a disposizione gli stessi, per poter garantire il soddisfacimento di bisogni per un numero più alto di persone. Il passaparola vale soprattutto nei piccoli paesi e nelle frazioni dove magari l’età media e più alta e non tutti riescono ad attivarsi nelle dinamiche dei social”.