Tidili: “Quale può essere l’evoluzione meteorologica in Italia”

In occasione della Giornata mondiale della meteorologia, Interris.it ha intervistato Matteo Tidili di Rai Meteo

Foto di Tobias Hämmer da Pixabay

Il cambiamento climatico continua a segnare nuovi record e non è una buona notizia. Il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato, stesso “primato” stabilito anche dal febbraio appena passato. Lo scorso anno la temperatura media globale registrata è stata di circa 1,45 gradi centigradi sopra i livelli pre-industriali, sfiorando il limite più basso previsto nell’Accordo di Parigi, 1,5 gradi centigradi, per contrastare gli effetti del climate change. Un terzo degli oceani è stato colpito quotidianamente da ondate di calore e a causa dell’incremento dei gas a effetto serra nell’atmosfera è aumentata l’acidificazione delle acque, per effetto dell’assorbimento di CO2. Mentre i mari si scaldano, i ghiacciai si riducono e l’estensione del ghiaccio marino antartico è stata ai minimi storici per alcuni mesi. Cicloni tropicali tra i più duraturi e rapidi a intensificarsi, allagamenti e siccità hanno colpito diverse parti del mondo, causando perdite di vite umane, spostamenti forzati e danni economici e materiali, come l’alluvione che ha devastato la Libia orientale lo scorso settembre. Tutto documentato nell’ultimo rapporto “Lo stato del clima” dell’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm), l’agenzia delle Nazioni Unite specializzata nel monitoraggio del tempo, del clima e delle risorse idriche. Il documento è stato pubblicato pochi giorni prima della Giornata meteorologica mondiale. Il tema dell’edizione di quest’anno è “In prima linea per l’azione sul clima” e per l’occasione Interris.it ha intervistato il meteorologo di Rai Meteo Matteo Tidili.

La differenza tra meteo e clima

L’esperto introduce l’argomento spiegando cosa siano, rispettivamente, il meteo e il clima: “Sono due concetti correlati alle condizioni atmosferiche ma profondamente diversi. Il meteo riguarda infatti le condizioni atmosferiche a breve termine in una certa area, è il tempo meteorologico in quel determinato giorno. Il clima è il tempo in una regione nel lungo termine e ne descrive la media in un intervallo più ampio, almeno trent’anni secondo l’Omm”. Il clima è quello che “ci permette di prevedere le condizioni meteorologiche più probabili in un determinato periodo in una determinata regione”, spiega Tidili. Le medie trentennali osservate dai climatologi possono essere un punto di riferimento per contestualizzare il riscaldamento globale e il cambiamento climatico. “Il clima evolve con il passare degli anni e ora va nella direzione del riscaldamento globale, i valori lo dimostrano”, sottolinea l’esperto.

Il meteorologo

Nell’immaginario comune, il meteorologo è la persona che in televisione ci dice se ci sarà maltempo o sarà una bella giornata, se farà caldo o freddo e indica i punti della nostra penisola dove pioverà, nevicherà, tirerà vento o splenderà il sole. Ma il lavoro preparatorio dietro le previsioni del tempo, spiega Tidili, è lungo e meticoloso. “Il sistema atmosferico è estremamente caotico e il meteorologo segue un iter giornaliero ben preciso” che comincia con l’analisi della situazione sinottica, osservando le condizioni del campo barico – “cioè la pressione nell’atmosfera” – e riconoscendo, grazie alle immagini satellitari, quali sono le aree interessate dalle precipitazioni. Poi si passa ai fulminometri, utili per sapere dove sono localizzate le principali scariche elettriche, e ai radar “per stimare l’intensità delle precipitazioni”. Dopo questo studio, si stilano le “previsioni sia a breve termine, cioè per le successive 24-36 ore, che a lungo termine, per una settimana-dieci giorni”, ricorrendo a modelli matematici.

Foto di Hans da Pixabay

Hotspot del clima

Interpellato su come il cambiamento climatico incida sugli eventi estremi, dalle piogge violente alle ondate di calore, dalle alluvioni alla siccità, Tidili afferma che “il cambiamento climatico non causa maggior imprevedibilità dei fenomeni atmosferici, perché i modelli matematici contemplano gli effetti del riscaldamento globale, gli aumenti di temperatura e l’accumulo energia in atmosfera. Ma questi determinano l’estremizzazione degli eventi meteorologici”. Un punto di osservazione “privilegiato” è l’area dove si trova la nostra penisola, il bacino del Mediterraneo definito “hotspot climatico”. “Si scalda a una media superiore rispetto a quella mondiale e se si assottiglia il divario termico tra la fascia polare e quella tropicale anche la circolazione atmosferica si modifica, con situazioni bloccate che ci mettono settimane per evolvere”, prosegue il meteorologo, “inoltre il riscaldamento globale causa l’espansione della fascia tropicale, che quindi insiste di più sul nostro bacino. Questo spiega i prolungati periodi di bassa pressione e le temperature record”. “Ci sono evidenze che dimostrano come le stagioni calde si stiano dilatando a sfavore di quelle fredde, pur ciascuna mantenendo le proprie peculiarità. In Italia ci è proprio mancato il passaggio dall’inverno alla primavera perché la stagione fredda è stata quasi primaverile”, continua, stringendo l’obiettivo sul nostro Paese.

Scenari per l’Italia

Gli effetti del cambiamento climatico finora si stanno facendo sentire a una velocità maggiore rispetto alle contromisure della comunità internazionale, dato che nel 2023 si è quasi raggiunto il tetto sotto il quale sarebbe meglio mantenersi secondo quanto stabilito tra le parti a Cop 21 nel 2015 per evitare il punto di non ritorno. Dal suo punto di vista tecnico, il meteorologo indica cosa potrebbe succedere nel nostro Paese in un futuro non lontano. “Ci sono modelli che permettono di stimare l’evoluzione meteorologica futura in base agli scenari di emissione di gas a effetto serra, uno di questi è COSMO CLM, messo a disposizione dalla Fondazione Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici”, illustra Tidili. Permette di simulare l’evoluzione di diversi parametri e indici climatici in base a due scenari, uno in cui c’è una riduzione delle emissioni di anidride carbonica tra il 2021 e il 2050, e un altro in cui non si prendono iniziative e la tendenza resta invariata. “Il primo, lo scenario 4.5, prevede un aumento generale della temperatura di circa 1-1,5°gradi in tre decenni, ancora più accentuato in Nord Italia, con la sensibile diminuzione dei giorni con precipitazioni intense e di quelli freddi con valori sotto zero, mentre i giorni estivi – cioè con massime sopra i 20 gradi – diventeranno più numerosi”, espone il meteorologo.

Cultura meteorologica

Uno degli obiettivi dell’Omm è quello di sensibilizzare e diffondere conoscenza sui temi inerenti la meteorologia, in poche parole creare una vera e propria cultura meteorologica. Si tratta infatti di una componente essenziale per garantire la sicurezza di persone e cose in situazioni che possono essere rischiose. Nel 2023, secondo il rapporto dell’Osservatorio Città Clima di Legambiente, in Italia si sono registrati 378 eventi climatici estremi, un quinto in più (22%) dell’anno precedente, con 31 vittime e miliardi di euro di danni. Tidili, che oltre alla sua attività in Rai collabora con diversi Comuni italiani per il servizio di previsione meteo e il monitoraggio idrogeologico, commenta: “in Italia il problema è come certi messaggi di allerta della Protezione civile sono interpretati dalle autorità e dalla popolazione, perché manca una vera cultura della meteorologia”. E suggerisce: “I decisori politici, sia nazionali che locali, devono affiancarsi a tecnici che facciano attività di prevenzione, previsione e monitoraggio dell’evento e siano esperti dei meccanismi di allerta veloce, utili per ridurre i rischi per la popolazione”. “La figura del meteorologo dovrebbe essere più presente nelle amministrazioni comunali”, conclude.