Storie di piccole vittime della mafia

Il 21 marzo si celebra la giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie

Non sempre le nostre azioni ci vengono immediatamente riconosciute, ne è testimone una donna di nome Carmela. Durante una giornata estiva infatti, Carmela era tutta vestita di nero in occasione del primo anniversario della strage di Capaci. Dopo la commemorazione, prese da parte il sacerdote don Luigi e gli chiese il motivo per il quale non avessero ricordato il nome di suo figlio, Antonino Montinaro, il caposcorta di Giovanni Falcone. Da questo episodio la giornata del 21 Marzo, ovvero il primo giorno di primavera, è stata proclamata la giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.

Le vittime innocenti delle mafie

A scuola mi è stato proposto un progetto a proposito di questo evento, ovvero quello di leggere le storie di alcune vittime e mi ha colpito particolarmente la storia di una bambina. Domenica Zucco aveva appena tre anni, e perse la vita a causa di un attentato contro il suo papà. Il bracciante Domenico Zucco venne coinvolto l’anno prima nell’omicidio di Girolamo Fedele, così il fratello dell’ucciso, Vittorio Fedele, decide di farsi giustizia da solo. Così quella sera, era l’11 settembre, la bambina Domenica e la sorellina Maria, cercando di fermare l’assassino, vengono colpite all’addome dal fucile e vengono ferite gravemente. Domenica Zucco morirà il 3 ottobre 1951, dopo ventiquattro giorni di agonia.

L’importanza di una vita

Solo dopo aver letto questa storia ho realizzato di come siano importanti le nostre vite e di come è giusto che vengano ricordate in maniera degna delle nostre azioni. Questa bambina, nonostante la sua tenera età, ha cercato in tutti i modi di salvare la sua famiglia e i suoi affetti e per questo motivo è giusto, è di dovere, che venga ricordata.

Le iniziative

L’associazione LIBERA, a tal proposito, ha deciso di promuovere delle piccole iniziative locali che abbiano come spazio che li ospita un luogo di cultura. La cultura che purtroppo a causa di questa pandemia è stata spesso non ritenuta essenziale e di conseguenza penalizzata e messa ai margini, ma che invece può essere considerata come la fonte principale dell’evoluzione umana. In queste iniziative si prevedono la lettura dei nomi delle vittime innocenti delle mafie, di fronte a quello che può essere considerato uno spazio culturale del proprio territorio. Che si tratti di un teatro, di un cinema, di un circolo, di una casa del quartiere, del cortile di una scuola, spazi attivi o anche abbandonati e da far rivivere; l’importante è che si tratti di uno spazio capiente o all’aperto, e che tutte le procedure anti covid vengano messe in atto. Tutto deve essere fatto per consentire a tutti di ricordare.