“Spazio Ossigeno”, il progetto di inclusione che aiuta le famiglie

L'intervista di Interris.it a Francesca Cappello, presidente dell'associazione "Diversamente Genitori" che, in provincia di Como, ha ideato uno speciale luogo di incontro per le famiglie

© "Diversamente Genitori"

L’approccio a 360 gradi al tema della disabilità esige che l’eliminazione delle barriere non si limiti solo agli ostacoli di carattere fisico e architettonico, ma anche e soprattutto a quelli di tipo sociale, come stabilito dalla convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, approvata dall’assemblea delle Nazioni Unite nel 2006 e principale punto di riferimento delle politiche in tale ambito.

Lo “Spazio Ossigeno”

L’attuazione di questo nuovo paradigma inclusivo ha portato a diverse esperienze su tutto il territorio nazionale. Una di queste è lo “Spazio Ossigeno” attuata in provincia di Como, precisamente a Villaguardia, dall’associazione “Diversamente Genitori” che parte dalla centralità della famiglia quale fondamento di ogni azione in favore delle persone più fragili ma, in generale, di tutta la comunità. Interris.it, in merito a questa attività progettuale, Francesca Cappello, presidente di “Diversamente Genitori”.

Francesca Cappello, presidente di “Diversamente Genitori”

L’intervista

Come nasce e che obiettivi ha lo “Spazio Ossigeno”?

“Lo “Spazio Ossigeno” è nato da un pensiero e da una collaborazione fatta tra l’assessorato ai servizi sociali del Comune di Villa Guardia e la nostra associazione. Inizialmente avevamo chiesto al comune di avere degli spazi per far partire un servizio a sollievo delle famiglie di bambini e ragazzi con disabilità, in cui degli educatori potessero coinvolgere gli stessi in varie attività mentre la famiglia poteva ritagliarsi degli spazi per fare tutte quelle azioni che, altrimenti, sarebbero difficili da compiere. In seguito, vista la finalità del servizio che volevamo far nascere, il comune ci ha dato gli spazi gratuitamente e ci paga il costo delle utenze, ciò rappresenta un grande aiuto per l’associazione, soprattutto di questi tempi. Mentre allestivamo e arredavamo questo spazio, visto che abbiamo tutta la settimana a disposizione, abbiamo pensato di proporre anche altre attività. Si è quindi riflettuto in merito ad un ampliamento del progetto e, partecipando ad un bando di Fondazione Comasca che poi abbiamo vinto, abbiamo dato il via ad altri servizi, pensati per tutte le famiglie e non solo per quelle con al loro interno persone con disabilità, facendo sì che ci sia uno spazio per andare incontro al nostro concetto di inclusione, dove tutti possono partecipare e, chi ha bisogno di un aiuto in più, deve avere dell’apposito personale dedicato. Quindi, così facendo, con i vari servizi, abbiamo coperto tutta la settimana. Un gruppo di neomamme, ad esempio, seguito da una psicologa e da un’ostetrica, per il periodo che va dalla nascita del bambino fino a un anno di età, si trovano una volta al mese ed hanno così l’occasione di conoscersi, non sentirsi sole dopo la gravidanza e condividere un percorso comune. Oltre a ciò, proponiamo degli incontri mensili con un esperto, ad esempio, nel mese di dicembre, verrà una persona esperta nel portare in fascia il bambino. In seguito, ci sono dei momenti dedicati ai bambini nelle altre fasce di età, ad esempio, per i bambini da uno a tre anni, per due mattine a settimana, c’è un educatore, affinché coloro che non frequentano il nido, possono sperimentare il gioco con altri e sono accompagnati da un adulto di riferimento ed è sempre seguito da un educatore. C’è poi il progetto “Liberi tutti”, ossia il servizio a sostegno delle famiglie per cui siamo nati, che dona alle stesse momenti di sollievo e nel quale il bambino, dai tre anni in su, rimane allo “Spazio Ossigeno”, seguito da un educatore e da personale Asa. Infine, dallo scorso ottobre, ha avuto inizio anche un servizio dedicato agli adolescenti in cui abbiamo coinvolto per dodici laboratori, uno a settimana, una filosofa – fotografa, che propone ai ragazzi, quindici di cui cinque con disabilità, degli esperimenti fotografici con delle riflessioni su diverse tematiche; oltre che dall’esperto, seguono il gruppo due educatori e due volontari e ciò consente ai ragazzi con disabilità di partecipare insieme agli altri. Vediamo molta partecipazione nel nostro progetto e siamo felici di questo”.

Quali sono le vostre speranze per il futuro in riguardo allo sviluppo dello “Spazio Ossigeno”? In che modo, chi lo desidera, può aiutare la vostra azione progettuale?

“Abbiamo pensato a questo progetto dedicandoci al sostegno di tutte le famiglie, dalla nascita dei figli fino all’adolescenza. Il pezzo che ci manca è quello relativo agli adulti, quindi alle persone con disabilità in tale fascia d’età e alle conseguenti esigenze, ossia anche essere inseriti nel mondo del lavoro. Stiamo facendo più di un pensiero in questo senso e tutto ciò si sta gradualmente concretizzando. Il nostro obiettivo è l’integrazione del progetto Ossigeno in questa direzione, impiegando delle persone con disabilità nel nostro spazio. Sicuramente abbiamo bisogno di fondi e, da parte nostra c’è tutta la volontà di metterci in campo, come abbiamo fatto, ad esempio, con partecipazione ai bandi. Inoltre, siamo stati molto fortunati, perché molte realtà e associazioni hanno introdotto diverse iniziative per aiutarci e sostenere il progetto. Il gruppo Alpini di Cavallasca, di recente, ha inaugurato, in collaborazione con l’università della Terza Età di Como, una mostra di quadri, i cui proventi vanno a sostegno delle nostre attività. Un’altra associazione del territorio che si occupa di sostegno alle persone con malattie oncologiche, ha organizzato una camminata per il prossimo 4 dicembre, il cui ricavato verrà devoluto a sostegno del nostro progetto. Molte realtà del territorio ci stanno aiutando e ogni piccola azione è importante per dare continuità alle nostre attività”.