Un giovane su 4 soffre di solitudine. Comunicazione digitale e incomprensioni

In Lombardia, sono 9 adolescenti su 10 a sentirsi soli. "Capirsi diventa più facile se l’Intelligenza artificiale corre in nostro aiuto"

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Tecnologia e solitudine. “L’intelligenza artificiale è un dono. Ma serve un’algor-etica”, avverte papa Francesco. È la “nuova frontiera” che stringe in un rapporto complesso l’uomo e la macchina. Alla Pontificia Accademia per la Vita Francesco ha affidato il compito di indagare le potenzialità e rischi delle nuove tecnologie. Comunicazione digitale e incomprensioni. Capirsi può talvolta diventare più facile se l’Intelligenza artificiale corre in nostro aiuto. In Europa, un giovane su 4 soffre di solitudine. In Lombardia, sono 9 adolescenti su 10 a dichiarare di sentirsi soli. In un’epoca di distanziamento sociale, la comunicazione digitale tramite app e social sembra essere l’unica (controversa) possibilità. Per non cedere alla solitudine. Ma cosa succederebbe se esistesse un “amico” virtuale? In grado di aiutarci nelle interazioni digitali con gli altri. Per dare sempre l’impressione migliore. Restando fedeli a noi stessi.

Sos solitudine

Il primo appuntamento. Il primo colloquio di lavoro. Il primo giorno di scuola. La nostra vita è fatta di innumerevoli prima volte. Che si inseguono all’infinito. Centinaia di prime impressioni. Che  spesso influenzano il destino di una relazione. E persino il proprio percorso professionale. La prima impressione conta. Ma “fare centro” è tutt’altro che scontato. Specialmente in un’epoca in cui le prime impressioni viaggiano online. Negli ultimi due anni e mezzo, giovani e adolescenti sono stati privati di importanti possibilità. Per vivere e condividere le loro esperienze con i coetanei. Ed il risultato è che queste esperienze si sono in qualche modo spostare sull’etere. E anche adesso che tutto sta tornando alla normalità, sembra che molte (cattive) abitudini siano qui per restare. Causando non pochi disagi. Secondo una ricerca europea, un cittadino su quattro ha ammesso di aver sofferto di solitudine. In particolare nella fascia d’età tra i 18 e i 25 anni. E in Italia, in Lombardia in particolare, i dati emersi dall’osservatorio milanese Indifesa segnalano che 9 adolescenti su 10 dicono di sentirsi soli.solitudine

Utilizzo eccessivo

Un dato preoccupante. Specialmente se si pensa che va a sommarsi ad un progressivo isolamento dei giovani. Una situazione già in corso anche prima della pandemia. W che molti studiosi pensano che sia dovuta proprio ad un utilizzo eccessivo degli smartphone. Telefonini e social possono sottrarre tempo alla vita sociale “vera”. Ma non si può dimenticare cosa accaduto in tempo di restrizioni della socialità dal vivo. Questi sono stati, infatti, l’unico, prezioso, modo per avere delle relazioni interpersonali. E parlare attraverso la barriera di uno schermo ci ha cambiati. Perché è venuta a mancare l’abitudine a decodificare tutta una parte silenziosa delle interazioni umane. Ossia l’importante componente della comunicazione non verbale. L’intelligenza artificiale può aiutarci a presentarci al meglio.solitudine

Intelligenza artificiale

I sistemi di linguaggio basati sull’intelligenza artificiale potrebbero cambiare le regole del gioco. Aiutando le persone a esprimersi al meglio delle loro possibilità. A emergere per quello che sono, davvero. D’altra parte, spesso si ripete che “la distanza maggiore che separa due persone è l’incomprensione”. Un rischio tutt’altro che secondario in un pianeta abitato da 8 miliardi di persone perennemente connesse tra loro. Indigo.ai ha provato a immaginare, e a creare, un prototipo di assistente virtuale. Che sostenga le persone nei momenti più difficili di interazione con gli altri. Quando si scrive una lettera di presentazione per un’università o per il lavoro. Quando ci si introduce a nuovi gruppi di amici. Un assistente che “ci conosce meglio di noi stessi”. Perché ha studiato tutti i dati che quotidianamente rilasciamo online. Spesso senza nemmeno rendercene conto. E che sia in grado di superare quello scoglio emotivo o linguistico. Che spesso non ci fa dare il meglio di noi nelle conversazioni. Si chiama MAIself. Un sistema che possa “dare il là” alle nostre interazioni online. E aiutarci a farci sentire un po’ meno insicuri. Un sistema che sia allenato a riconoscere i diversi registri comunicativi. Utili nelle situazioni più disparate. Da quelle informali a quelle più formali.Emergenza

Percorso

Il motto di mAIself è semplice. “Per comunicare con il mondo, devi saper essere fedele a te stesso.” E infatti l’obiettivo di questo strumento non sarebbe quello di creare una descrizione “ad hoc” dal nulla. E utilizzabile in ogni contesto. Ma piuttosto di aiutare le persone a raccontarsi. In modo più avvincente e interessante per l’interlocutore. Un percorso che dovrebbe aiutarci a essere più sicuri di noi. Più umani. E soprattutto più connessi. Nella speranza che in questi anni si mettano le basi per un utilizzo consapevole e proficuo dei mezzi di comunicazione a disposizione. Abbattendo definitivamente il muro dell’incomprensione che divide ciò che dovrebbe, invece, essere unito. Nell’attesa che si torni per davvero ad avere una vita sociale serena.solitudine

Piattaforma

Indigo.ai è una piattaforma di “conversational AI”. Per progettare e costruire assistenti virtuali. Tecnologie di linguaggio. Ed esperienze conversazionali. Nata a settembre 2016 tra i banchi del Politecnico di Milano. Da un’idea di cinque giovani. Gianluca Maruzzella. Enrico Bertino. Marco Falcone. Andrea Tangredi. Denis Peroni. Ad oggi quasi tutti under 30.  Spiegano: “Abbiamo realizzato assistenti virtuali per alcune delle aziende più innovative al mondo. Tra cui banche, assicurazioni, case farmaceutiche. Abbiamo costruito un ‘framework’ proprietario di ‘Natural Language Processing‘. Che, sfruttando l’intelligenza artificiale, è in grado di comprendere le informazioni nel testo. O nella voce. In maniera completamente automatica”. E aggiungono: “Aiutiamo le aziende ad automatizzare conversazioni. Efficientare processi. Alleggerire il customer care. E ingaggiare i clienti in maniera super personalizzata. Grazie a questo framework. E a una piattaforma completamente no-code che ne rende semplice l’utilizzo. Il nostro team è formato da 22 persone. E operiamo sia in Italia che all’estero. Tra il 2017 e il 2020 siamo stati scelti due volte come rappresentanti della delegazione delle start-up italiane al Ces di Las Vegas. e abbiamo vinto tre riconoscimenti del premio Gaetano Marzotto. Tra i più importanti nel panorama dell’innovazione.