Un prete in mare contro Salvini

Si chiama don Mattia Ferrari, ha 25 anni, e dalla sua Nonantola (nella diocesi di Modena) ha deciso di partire per raccogliere i ripetuti appelli di Papa Francesco a favore dei migranti.

La storia

Ora si trova sulla nave “Mare Jonio“, della ong Mediterranea Saving Humans, per “vivere il Vangelo di Gesù accanto a questi ragazzi affamati di giustizia e operatori di pace“, cioè i volontari della missione umanitaria.  “Sono qui – ha spiegato ad Avvenire – per portare la vicinanza della Chiesa di Gesù a questi ragazzi che rischiano la loro stessa vita per salvare quella del prossimo, e ai migranti che casomai verranno salvati durante la missione“. 

Messa a bordo

Sull'imbarcazione don Matteo svolge la sua funzione sacerdotale, servendo messa e potendo contare sulla collaborazione dei suoi compagni di avventura che si dividono i compiti: chi si occupa delle letture, chi dei salmi, chi della preghiera dei fedeli. 

Al fianco degli ultimi

L'impegno sociale (e religioso al contempo) di questo giovane vicario parrocchiale nasce nel suo territorio, dove si è attivato per mettere insieme le persone dell'oratorio e quelle di associazioni come Ya Bastas e Labas.  “Due anni fa – ha raccontato don Mattia al quotidiano della Cei– accolsero Yusupha, un ragazzo migrante che dormiva in stazione a Bologna e per il quale non riuscivamo a trovare posto. Bussammo alla loro porta, e loro accolsero Yusupha con gioia. E grazie a loro Yusupha, dopo anni vissuti nell’abbandono, è rinato. Ha ripreso a vivere con dignità, perché si è sentito amato”. 

La “benedizione”

Oggi la condivisione della missione umanitaria insieme al personale di ong spesso finito nel mirino dei governi europei, compreso quello italiano. Ma per don Gianni De Robertis, direttore della Fondazione Migrantes della Cei, essere a bordo delle navi di soccorso “fa parte della nostra missione. Nel volto dei migranti noi vediamo il Cristo che ci viene incontro e non possiamo non essere lì dove questi fratelli ci tendono le braccia“. L'arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice, da parte sua ha benedetto e incoraggiato “le persone di buona volontà che sono su quella nave ed è un bene che ci sia un sacerdote con loro, perché i valori del Vangelo e gli uomini di buona volontà si incontrano sempre”.

La polemica

Il tutto avviene mentre attorno alla “Mare Jonio” si accende la polemica. L'armatore Alessandro Metz ha infatti presentato alla procura di Roma una querela per calunnia aggravata e diffamazione nei confronti del ministro dell'Interno, Matteo Salvini, per la direttiva per fermare gli sbarchi. “Calunnia aggravata perché siamo accusati del reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina (che comporta una pena di 10 anni) e diffamazione perché la direttiva è stata pubblicata sul sito del ministero dell'Interno” ha detto Metz. Pronta la replica del vicepremier leghista: “La nave dei centri sociali vuole denunciarmi, altra medaglia!” ha twittato Salvini.