E'mutata l'epidemiologia, non l'assistenza pediatrica”: tradotto, in 40 anni sono cambiate le malattie dei bambini. È quanto rilevato dalle stime del Libro Bianco, il rapporto realizzato dalla Federazione Italiana delle Associazioni e Società Scientifiche dell'Area Pediatrica (Fiarped) – frutto del contributo di 34 società scientifiche e associazioni che operano dalla neonatologia all'oncoematologia – presentato ieri al Ministero della Salute. È stato stimato che sono circa un milione i bambini che hanno bisogno di cura, fra cui circa 10mila che necessitano di una tecnologia per vivere, come il respiratore o la nutrizione artificiale.
Stando a quanto riferiscono i pediatri, prima i bimbi morivano di malattie infettive. Oggi, fra le cause di morte ci sono il cancro e gravi traumi a seguito di incidenti stradali. Aumentano anche malattie croniche, come diabete, obesità e asma. Patologie che riflettono uno stile di vita poco salutare, nel quale i bambini sono spesso poco seguiti nelle stesse famiglie. Le criticità, però, non riguardano solo le cure in senso stretto: i pediatri esprimono riserve anche nell'ambito sanitario, con particolare riguardo alle disuguaglianze sociosanitarie esistenti nel Paese, da cui si evince che non a tutti i bambini viene offerta un'assistenza adeguata. Molto dipende dalle regioni a cui si rivolge.”I cambiamenti demografici, economici e sociali impongono un ripensamento complessivo dell'assistenza pediatrica, necessario per continuare a garantire gli standard qualitativi in modo uniforme in tutte le regioni” ha dichiarato ai giornalisti il presidente Fiarped Renato Cutrera.
Buoni risultati per quanto riguarda le malattie genetiche rare: come sottolinea l'Ansa, malattie genetiche rare come cardiopatie congenite o fibrosi cistica oggi sono curabili, a differenza di qualche anno fa. Progressi sono stati fatti anche in ambito neonatale: grazie all'implementazione delle cure, sopravvivono molto di più i nati prematuri, anche se – sottolinea Corsello all'Ansa – in taluni casi i danni che questi neonati riportano possono essere permanenti.
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