Nel 2017 record di crimini ambientali

Allarme ambiente in Italia. Nel 2017 si registra un aumento dei crimini ambientali: 84 al giorno, il 20 per cento in più rispetto all'anno prima. Scoraggiano i numeri dell'ultimo rapporto di Legambiente sull'Ecomafia, presentato stamattina alla Camera. Il settore dei rifiuti è dove si concentra la maggior parte degli illeciti: quasi 7.400, contro i 5.700 del 2016, e crescono le inchieste giudiziarie per traffico organizzato di monnezza. Dati in generale frutto da una parte di una più efficace applicazione della legge sugli ecoreati varata nel 2015 e di una maggiore attenzione delle forze dell’ordine verso le violazioni ambientali ma anche, difficile negarlo, di un rafforzamento del malaffare. Basti pensare che nel 2017 il fatturato delle ecomafie è stato di oltre 14 miliardi, il 9 per cento in più rispetto all’anno precedente: una netta inversione di tendenza in confronto al 2016, quando la cifra era crollata del 32 per cento. “Lo sfruttamento di beni comuni, lo squilibrio, l’inquinamento, le azioni fraudolente, il dissesto – ha scritto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in una lettera al presidente di Legambiente Stefano Ciafani – sono veri e propri delitti compiuti contro le generazioni di domani, e costituiscono, nell’oggi, una violenza che comprime i diritti della persona”. Peraltro l’augurio del capo dello Stato “è che il Rapporto Ecomafia contribuisca a far crescere energie positive e impegno, anzitutto nei giovani, la cui sensibilità per i temi dell’ambiente – e dunque del loro futuro – è molto sviluppata”.

Il 44 per cento delle violazioni avviene in quattro Regioni: Campania al primo posto (da sola vale il 15% dei crimini), seguita da SiciliaPugliaCalabria e Lazio. Il settore più colpito resta quello dei rifiuti, dove appunto si concentra quasi un quarto dei crimini ambientali, seguito da animali e fauna selvatica (23%), incendi boschivi (21%), ciclo illegale del cemento e abusivismo edilizio (13%). Cresce anche l'edilizia abusiva, con 3.908 infrazioni e quasi 5mila persone denunciate. Quasi la metà delle violazioni si consuma in CampaniaSiciliaPuglia e Calabria. Legambiente sottolinea che questo dato “testimonia come – dopo anni di recessione significativa – l’edilizia, e quindi anche quella in nero, abbia ricominciato a lavorare”. E ancora, l'associazione ambientalista aggiunge: “Solo pochi e impavidi sindaci hanno il coraggio di far muovere le ruspe, rischiando in prima persona. Più in generale, le poche demolizioni realizzate sono da attribuire al lavoro delle procure”. Ma ad aumentare sono anche i reati nell’agroalimentare – con 37mila reati e sequestri per oltre un miliardo di euro – e quelli che colpiscono la fauna italiana, con lupiaquilepettirossitonni rossipesci spada presi di mira dal bracconaggio o dalla pesca non autorizzata.