La guerra e l’infanzia negata ai bambini: i numeri del dramma

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In occasione della Giornata internazionale del bambino, il Sovrano Ordine di Malta e l’ambasciata della Repubblica Ceca hanno organizzato, nella Villa Magistrale sede dello Smom a Roma, una conferenza per sensibilizzare sul dramma dei bambini vittime di conflitti armati. Un tragico fenomeno in continua crescita. Ad oggi – in tutto il mondo – sono 30 milioni i bambini sfollati, esposti ad ogni forma di violenza, abuso e sfruttamento. In totale sono 230 milioni i bambini la cui vita viene sconvolta dalla guerra.

Gli effetti delle guerre

Aprendo I lavori della conferenza, il Grande Ospedaliere dell’Ordine di Malta Dominique de La Rochefaucauld-Montbel ha ricordato che sono proprio i bambini le prime vittime di conflitti e persecuzioni; con il moltiplicarsi dei focolai di guerra aumenta esponenzialmente il numero di minori cui viene sottratto un futuro. Tra i primi effetti dei conflitti sulla vita dei bambini vi è infatti l’impossibilità di accedere all’istruzione e alle cure sanitarie, fattori che spingono molte famiglie ad abbandonare le loro terre di origine per un futuro incerto.

Le vittime della tratta

La drammaticità del fenomeno dei bambini vittime di conflitti si comprende dai numeri: il 28% delle vittime del traffico di esseri umani – a livello globale – sono bambini. Nel 2016, solo in Europa, un richiedente asilo su tre era un minore. Sempre nel 2016, su dieci bambini che hanno attraversato il Mar Mediterraneo su imbarcazioni di fortuna, nove erano soli.

La strage di Lidice

La conferenza, alla quale hanno partecipato rappresentanti della Santa Sede, dell’Unione Europea e del Consiglio di Europa, dell’Unicef, rappresentanti del governo della Repubblica Ceca e diversi ambasciatori, ha anche voluto commemorare la strage di Lidice avvenuta 75 anni fa nell’omonima cittadina della Repubblica Ceca ad opera dei nazisti. A ricordare l’eccidio, compiuto il 9 giugno 1942, in cui morirono quasi 300 persone tra cui circa 90 bambini, c’era una donna sopravvissuta al massacro: Veronika Rymonova. La donna, che all’epoca aveva solo 5 mesi, ha espresso l’auspicio che quel drammatico capitolo di storia possa servire per evitare future stragi di bambini.