In Italia guariscono 6 malati di cancro su 10

Oggi sei italiani su dieci colpiti da tumore riescono a sconfiggerlo e la tutela della qualità di vita dopo e, soprattutto, durante i trattamenti anti-cancro è perciò fondamentale. L’umanizzazione delle cure contro il cancro negli ospedali italiani diventa un esempio da seguire nel resto del mondo. Con un incremento degli interventi psico-sociali nei reparti di oncologia, è infatti possibile migliorare dal 10% al 25% la qualità di vita dei pazienti colpiti da tumore. Per la prima volta un progetto scientifico, tutto italiano, dimostra e quantifica i benefici dell’umanizzazione delle cure destinante a chi sta affrontando il cancro. Si chiama HuCare-2 e i principali risultati sono presentati oggi, durante la sessione orale del Congresso della American Society of Clinical Oncology (Asco), in corso a Chicago. Il progetto è promosso e fortemente sostenuto dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) e da MEDeA Medicina e Arte onlus (associazione di volontariato di Cremona). Ha coinvolto in totale 772 pazienti di 15 diversi reparti oncologici italiani, equamente distribuiti su tutto il territorio nazionale, riferisce LaPresse.

Come cambiano i reparti

“L’obiettivo principale che ci siamo posti è fare in modo che i reparti oncologici introducano una serie di interventi psicosociali che migliorano la salute e la qualità di vita dei malati, contrastare l’ansia e la depressione che interessano circa il 70% dei pazienti oncologici e, in maniera, grave oltre un terzo dei malati – afferma Rodolfo Passalacqua, responsabile scientifico di HuCare e Direttore dell’Oncologia di Cremona -. Si tratta di disturbi seri, che possono impattare negativamente sulla risposta del malato alle cure. Gli oncologi e, più in generale, tutto il personale medico-sanitario devono sempre più saper affrontare queste situazioni critiche. Abbiamo quindi, come Aiom, avviato per questo progetto circa 25 corsi specifici che hanno coinvolto in totale 392 tra medici e infermieri. Attraverso il progetto HuCare vogliamo soprattutto creare percorsi comuni e condivisi sia per i camici bianchi che per i pazienti. E’ infatti fondamentale riuscire a uniformare gli interventi di psicologia oncologica o di comunicazione tra medico-paziente. In questo modo, l’assistenza risulta più efficace e migliorano anche le condizioni generale di salute così come hanno dimostrato i risultati estremamente interessanti che abbiamo ottenuto”.  Aiom ha fondato alcuni anni fa a Milano la prima Scuola di Umanizzazione in Oncologia in Europa: Scuola Aiom-HuCare.

Il supporto psicologico

Con il progetto HuCare2e sono stati avviati nei reparti sei diversi interventi: la formazione di tutto lo staff clinico (medici e infermieri) per migliorare le capacità comunicative e relazionali; lo screening dei pazienti per misurare l’ansia e la depressione; lo screening dei bisogni sociali; l’assegnazione di un infermiere di riferimento a ogni paziente; l’utilizzo di una lista di domande per tutti i malati per favorire la comunicazione con il medico; un percorso strutturato per fornire a malati e care-giver informazioni in modo corretto. “Siamo orgogliosi che un progetto Aiom sull’umanizzazione delle cure sia stato presentato al più importante appuntamento scientifico mondiale di oncologia – spiega Stefania Gori, presidente Nazionale Aiom e Direttore dipartimento oncologico, Irccs Ospedale Sacro Cuore Don Calabria-Negrar -. Fornire un migliore e più appropriato supporto psicologico ai pazienti è un aspetto imprescindibile del nostro lavoro. Solo nel 30% dei casi i disturbi psicologici che affliggono questa particolare categoria di persone sono diagnosticati e trattati. E’ un dato che deve essere migliorato, soprattutto se consideriamo l’evoluzione dell’oncologia italiana. Si stanno aprendo nuove sfide alle quali dobbiamo saper rispondere in modo adeguato attraverso una sempre più specifica preparazione. HuCare rappresenta quindi un progetto pilota: come Società Scientifica siamo pronti ad avviare nuove iniziative simili”.

Mille nuovi casi al giorno

Ogni giorno in Italia si diagnosticano più di 1.000 nuovi casi di cancro. Si stima, infatti, che nel nostro Paese vi siano nel corso dell'anno circa 373.300 nuove diagnosi di tumore, di cui il 52 per cento fra gli uomini e il 48 per cento fra le donne. Dalla statistica sono esclusi i tumori della pelle, per i quali esiste una classificazione a parte, a causa della difficoltà di distinguere nettamente le forme più o meno aggressive. Pur tenendo conto dell’invecchiamento della popolazione, l’incidenza dei tumori nel periodo 2003-2018 è in calo tra gli uomini (-1,1 per cento per anno dal 2007) e sostanzialmente stabile tra le donne. Negli ultimi anni sono complessivamente migliorate le percentuali di guarigione: il 63% delle donne e il 54% degli uomini è vivo a cinque anni dalla diagnosi. Merito soprattutto della maggiore adesione alle campagne di screening, che consentono di individuare la malattia in uno stadio iniziale, e della maggiore efficacia delle terapie. Molti tumori potrebbero essere prevenuti o diagnosticati in tempo se tutti adottassero stili di vita più salutari e aderissero ai protocolli di screening e diagnosi precoce.

I tumori più frequenti

La fondazione Airc per la ricerca sul cancro stima che in Italia vi siano in un anno 373.300 nuove diagnosi di tumore, circa 194.800 (52 per cento) fra gli uomini e circa 178.500 (48 per cento) fra le donne. Nel corso della vita circa un uomo su 2 e una donna su 3 si ammalerà di tumore. Considerando l'intera popolazione, escludendo i carcinomi della cute, i tumori in assoluto più frequenti sono quelli del colon retto (13,7 per cento) e della mammella (14,1 per cento), seguiti da quello del polmone (11,1 per cento) e da quello della prostata (9,5 per cento solo nel sesso maschile). Esclusi i carcinomi della cute, i cinque tumori più frequentemente diagnosticati fra gli uomini sono il tumore della prostata (18,1 per cento), il tumore del colon-retto (14,8 per cento), il tumore del polmone (14,3 per cento), il tumore della vescica (11 per cento) e quello del rene (4,6 per cento); tra le donne, il tumore della mammella (29,3 per cento), il tumore del colon-retto (12,6 per cento), il tumore del polmone (11,1 per cento), il tumore della tiroide (5,8 per cento) e quello del corpo dell'utero (4,7 per cento). Ci sono ancora differenze nella frequenza dei tumori nel nostro Paese, con percentuali inferiori nel meridione che tuttavia stanno gradualmente salendo, avvicinandosi a quelli del centro-nord.